Porto, l’ultima beffa e ancora bugie sui conti della Capo d’Anzio

L’ormai prossimo affidamento al “Marina di Nettuno” della gestione degli ormeggi ad Anzio – mancano solo pochi dettagli – potrebbe rispolverare un sano campanilismo (tipo “a Nettuno ‘n sanno manco se l’acqua de mare è dorce o salata”) ovvero far immaginare finalmente una collaborazione tra le due città attraverso istituzioni che quando hanno “dovuto” collaborare (leggasi piano di zona per i servizi sociali, ad esempio) non hanno mai brillato e che invece dai trasporti ai rifiuti, potrebbero fare molto insieme.

Il fatto che con la Capo d’Anzio in liquidazione, i mezzi bloccati, l’attività sospesa, si dovesse correre ai ripari ha portato alla soluzione più “vicina”, respingendo la proposta del socio privato Renato Marconi e non considerando quella che i sub concessionari (cantieri e altri operatori) erano pronti a illustrare alla Commissione straordinaria per risolvere il discorso ormeggi e sicurezza. Nessuno li ha ricevuti.

Diciamo la verità, il problema andava risolto e pure con urgenza, la singolare ordinanza della Capitaneria di porto che suona come “arrangiatevi” (ma qualcuno a Civitavecchia queste cose le legge?) aveva acuito le difficoltà, ma quello che doveva essere il bacino che rilanciava Anzio e la sua economia, la nuova “Montecarlo” e via discorrendo affidato al “Marina di Nettuno” suona come l’ultima beffa.

A fronte di questo, serve qualche chiarimento, perché il 61% della Capo d’Anzio è ancora dei cittadini, i quali alla fine della liquidazione si ritroveranno a pagare i debiti, con l’auspicio che la Corte dei conti voglia accertare ogni responsabilità sulla mala gestione della società, la miriade di incarichi legali o consulenze sul “controllo analogo”, qualche acquisto “allegro”, e la Procura di Velletri decida di svolgere appieno il suo ruolo per verificare se c’è stata una intenzione precisa di arrivare a questo punto. Disperiamo, ma non si sa mai…

I chiarimenti, dicevamo: quanto costerà il servizio affidato al “Marina di Nettuno” e chi pagherà? Che fine faranno i dipendenti della “Capo d’Anzio” nel frattempo sospesi? L’affidamento prevede anche l’escavo del canale di accesso che secondo la concessione doveva svolgere la “Capo d’Anzio” che non lo ha mai fatto? Qualcuno ha pensato che si sta affidando a un porto concorrente il servizio e che inevitabilmente arriveranno (come sono arrivate in passato) proposte per portare lì le imbarcazioni a ormeggiare, sottraendo quindi i potenziali introiti di quel che resta della Capo d’Anzio?

In tutto questo brilla per assenza la Regione Lazio, creditrice di svariati milioni e che sovrintende al porto di Anzio. Inutili, finora, le tardive sollecitazioni arrivate dal Pd.

Poi ci sono le notizie che arrivano dal Comune, dove la Commissione straordinaria ha incontrato gli ex sindaci Luciano Bruschini e Candido De Angelis proprio sulla vicenda porto, sollevando le ire di Apa e di “No bavaglio, il silenzio è mafia”. I due ex primi cittadini, insieme al redivivo “Signorsì”, avrebbero sostenuto – il condizionale è d’obbligo – che per la Capo d’Anzio si era intrapresa la strada della salvezza e che i conti erano a posto. Non sappiamo se abbiano davvero raccontato una cosa del genere, ma stando alla relazione al consuntivo 2018 del Comune, ai bilanci depositati della Capo d’Anzio e agli atti di cause civili in corso è noto che quei conti sono sballati. Se l’ex amministratore unico e gli altri imputati sono stati assolti dal falso in bilancio sui documenti relativi a 2018 e 2019, alla luce della liquidazione sappiamo che erano artefatti davvero. Lo sappiamo perché la vicenda del direttore del porto che va comunque pagato è ormai definita (e quindi era un debito che non è stato considerato, mandando il bilancio in attivo quando era in perdita) così come una consulenza tecnica d’ufficio di un altro procedimento, relativo alla progettazione, chiede di rettificare i bilanci precedenti. Forse è ora di dire basta alle bugie e prendere atto del fallimento della società ma prima ancora di quell’idea (lo so, l’ho ampiamente sostenuta e le mie scuse sono pubbliche da tempo, senza aver mai trascurato di leggere le carte) e della vergogna alla quale è stata esposta la città

Infine, se la Commissione straordinaria volesse farsi un’idea a proposito dei rapporti con Marconi, di chi ce lo ha portato, delle responsabilità, vale per tutti il comunicato del 19 luglio 2018 ancora visibile sul sito dell’ente: “Importante Cda. Comune e socio privato formalizzano un accordo (…)”. Era sindaco De Angelis che aveva sostituito Bruschini, i comunicati del quale sono sempre lì. Ecco, basta bugie per favore…

Porto e Capo d’Anzio, addio ai sogni di gloria

Giugno 2000, luglio 2024. Dai sogni di gloria – iniziati alla fine del ’99 con l’approvazione dei documenti per il nuovo porto in Consiglio comunale e proseguiti con la costituzione della società, appunto nel 2000 – alla liquidazione della Capo d’Anzio che doveva realizzare e gestire il bacino ma si è limitata, nel tempo, ad accumulare debiti e gestire (male) l’esistente.

Finiscono nel modo peggiore i sogni di gloria – chi scrive ci ha creduto e si è amaramente pentito – i 1200 posti barca, i 1000 posti di lavoro (!?!?!), Montecarlo e via discorrendo. Finiscono per responsabilità chiare e inequivocabili della politica e del centro-destra che per 25 anni ci ha fatto credere nel “miracolo” disinteressandosi della situazione della società ovvero limitandosi a nominare presidenti e consigli d’amministrazione con il bilancino, senza leggere le carte di una gestione che era disastrosa non da oggi.

Hanno nome e cognome – De Angelis e Bruschini e le loro maggioranze – quelli che ci hanno portato il privato, Renato Marconi, e se lo sono tenuti dopo aver promesso di mandarlo via “parola d’onore”. Si sapeva chi fosse, più volte da questo umile spazio si è messo in guardia sul rischio che avrebbe fatto come con “Italia navigando”, ci siamo arrivati. L’ingegnere di Marinedi, sia chiaro, ha svolto il suo ruolo, fino a chiedere la liquidazione perché vanta un credito. Ora proverà a rilanciare e prendersi la società, com’era ampiamente prevedibile. Tutto questo mentre pensavano al gioco delle parti, in consiglio comunale, mentre negli uffici si copiavano e incollavano relazioni (verso “Signorsì”?) o prima si chiedeva di liquidare la società e poi ci si ripensava a uso e consumo di quella stessa politica. Nessuno si accorgeva, pensate, che c’era un direttore del porto e solo a Velletri su un falso in bilancio palese si poteva chiudere un occhio, ma si sa che le sentenze vanno rispettate. Quel direttore, oggi, ha avuto riconosciuto ciò che gli spettava. Sarà un altro debito che pagheremo.

Finisce la Capo d’Anzio, si arena il sogno del nuovo porto, e mentre il liquidatore dovrà pensare a sistemare i conti e qualche “falco” (Marconi stesso? o dietro questo epilogo c’è un disegno più ampio?) cercherà di approfittarne, in teoria il Comune potrebbe rilasciare una nuova concessione. Il Demanio è sua materia, ma dubitiamo la commissione straordinaria voglia metterci mano.

Dispiace, perché doveva essere il porto della città, è rimasto quello delle nebbie.

ps, per chi vuole approfondire c’è l’imbarazzo della scelta

Capo d’Anzio allo sfascio, Marconi chiede la liquidazione e la commissione… aspetta

Ai debiti del bilancio 2022 si sono uniti quelli dell’anno successivo, la fuggiasca ex amministratrice unica – nel frattempo diventata presidente di Acqualatina – ha certificato il quadro fallimentare della Capo d’Anzio e la commissione straordinaria continua nel prendere tempo. A questo punto Marinedi, titolare sub judice del 39% delle quote che attualmente sono in mano a un amministratore giudiziario, ha chiesto di liquidare la Capo d’Anzio. Marinedi, quindi Marconi, il socio privato portato con “Italia Navigando” e che sta facendo con la società che doveva realizzare e gestire il porto, ciò che ha fatto con la sua stessa creatura “Italia Navigando”, ritrovandosi quasi dal nulla 10 approdi. A quel punto, offre la soluzione. In attesa della decisione del Tribunale, la situazione è fallimentare e nel caso di liquidazione si apre un fronte nuovo: il porto non si realizza e questo ormai era noto, ma chi lo gestisce? E siccome il Comune è titolare del Demanio, quali intenzioni ha la commissione straordinaria, oltre ad attendere gli eventi e tollerare i copia e incolla del dirigente nel frattempo in aspettativa?

Alle perdite pari a 608.000 euro del 2022, si aggiungono 155.000 euro del 2023, il totale dei debiti è paria 3 milioni 448.593 rispetto ai 3 milioni 373.200 dell’anno precedente. Gli incassi, il cosiddetto “valore della produzione”, resta pressoché identico, scendendo da 1 milione 91.631 del 2022 a 1 milione 90.387 del 2023. Prima di andarsene nel lido più sicuro di “Acqualatina”, l’amministratrice Cinzia Marzoli ha ribadito che la continuità dell’impresa è a rischio, come leggiamo qui sotto. Non da oggi, aggiungiamo noi

La liquidazione e il commissariamento sono dietro l’angolo, anche se a Velletri – inteso come Tribunale – ci sono vie infinite. Non è un caso, comunque, che la vicenda abbia preoccupato almeno i dipendenti che vogliono conoscere il loro futuro, ma aggiungiamo che la stessa preoccupazione è di chi ha un posto barca in affitto (sempre meno) o deve entrare e uscire dal porto tutti i giorni con un escavo (da concessione a carico della Capo d’Anzio) fatto di fretta, pressoché inutilmente e a carico della società che accumula così ulteriori debiti. Divenuti troppo grandi e per i quali un piano di risanamento sembra impossibile, almeno da presentare fra meno di una settimana in tribunale. C’è una via d’uscita: il liquidatore porta al fallimento con tutto ciò che questo comporta, ma il Comune può sempre “darsi” la concessione o metterla a bando. Chi gestisce, poi, il porto? Torniamo alla casella di partenza di oltre 30 anni fa, quando si cercavano amici degli amici e si presentavano mega plastici in campagne elettorali. All’idea del porto che doveva essere “nostro”, della città, abbiamo purtroppo rinunciato da tempo.

I SILENZI

Al silenzio, non solo su questo, della commissione straordinaria, si unisce quello della politica. Tace la Regione che pure ha una concessione con canoni mai riscossi, i partiti locali soprattutto di centro-destra, quelli che ci hanno portato in questa situazione (si veda la foto della campagna di Bruschini che succedeva a De Angelis con lo sloga “continuiamo insieme”), pensano alle liste per le prossime amministrative e alla vittoria che sentono già loro, ma non spendono una parola su questo argomento. Anzi sì, circolano nuovi e fantomatici “fondi” tipo quelli dei turchi-napoletani dell’epoca Bruschini. Il Pd ci va di “fioretto”, gli altri del centro-sinistra continuano a preoccuparsi del progetto – ormai irrealizzabile – e pazienza se noi cittadini pagheremo tutti i debiti accumulati dalla società. Si è distinto il Movimento 5Stelle che almeno ha fatto commissioni trasparenza, ha presenziato alle commissioni in regione, ha smosso le acque sulla Capo d’Anzio.

ps, una delle entrate maggiori è data dai parcheggi, quelli che il centro-destra – complice un dirigente della polizia locale voluto dalla stessa politica – “regalò” ai protagonisti dell’indagine Malasuerte. Che passaggi di quell’inchiesta siano nell’operazione Tritone che ha fatto sciogliere il consiglio comunale, è un dettaglio…