“A peggio de noi!”. Ciao Avvocato, quante battaglie

Mario Mammola (foto da http://www.ilgranchio.it)

Se oggi Villa Albani svolge ancora una funzione per gli handicappati gravi e gravissimi lo dobbiamo a Mario Mammola, al secolo “l’Avvocato” ed Alvaro Del Vecchio. Lo ricorda bene “Il Granchio” che insieme ai due strenui difensori dell’ospedale ha seguito tutte quelle battaglie. Non c’erano i selfie, i social, sì e no vecchi ciclostile e primi computer, macchine da scrivere e telefoni a gettoni. Si incatenarono, Mario e Alvaro, affinché non venisse smantellato quell’ospedale. Affinché non venisse meno il ruolo che aveva avuto per disabili come i loro figli. Per quel diritto alla salute che oggi – con l'”Avvocato” che ci lascia – dovrebbe far fischiare le orecchie al direttore generale della Asl, Narciso Mostarda, e al suo arrampicarsi sugli specchi rispetto all’ospedale di Anzio.

Mario e Alvaro hanno difeso quel diritto che non era semplicemente dei loro figli, non lo avrebbero fatto solo per loro, ma di una comunità intera. Ma l'”Avvocato” non era solo la battaglia per Villa Albani, era l’amore per la sua Anzio. Per il calcio e per il baseball. La passione per lo sport e mai una parola fuori posto, verso gli avversari, ai quali male che andasse riservava un epiteto che era “a peggio de noi! Sete peggio de noi!

Ciao Mario, forse in quelle battaglie siamo stati “peggio de te”, ma è stato bello condividerle. Qualcuno, alla Asl e in Comune, dovrebbe ricordarselo e magari intitolare anche solo una sala di Villa Albani a te e Alvaro.

Avvocato fiduciario da Aprilia ad Anzio, a nostra insaputa?

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Fiduciario e consulente del comune di Aprilia ed Anzio“. Lo scrive sul proprio profilo Linkedin – caro Luciano Bruschini, è il 3.0…. – l’avvocato Antonio Martini, professionista di Roma finito nell’indagine sui presunti rimborsi “gonfiati”  insieme al sindaco di Aprilia, Antonio Terra, e a due ex assessori.

Vicenda che è agli inizi ed è tutta da verificare, sia chiaro, ma che sta creando più di qualche tensione nella città vicina.

Quello che colpisce è quanto scrive l’avvocato sul proprio profilo. Perché di incarichi o consulenze – a memoria – non ne ricordiamo nel nostro Comune. Sull’albo pretorio del Comune non c’è traccia di parcelle liquidate, ma va ricordato che è a dir poco lacunoso, né di incarichi.

L’avvocato in questione si è occupato di pratiche per il Comune di Anzio? Quali? Oppure è  fiduciario e consulente a nostra insaputa? Sarebbe bene chiarire.

Saluto un Avvocato d’altri tempi, maestro anche per i cronisti

Apprendo della morte dell’Avvocato Angelo Fagiolo e ripenso ai miei esordi da cronista. A quel principe del Foro che pensavo inavvicinabile e che, invece, si mostrò subito molto disponibile. Le aule dei Tribunali non sono il mio forte, le ho frequentate più da imputato per diffamazione a mezzo stampa (le querele, si sa, per i giornalisti sono “medaglie”) che da esperto di giudiziaria.

Però all’epoca – più di oggi – dovevi saper far tutto. Così, essendo uno degli imputati suo assistito mi avvicinai, un po’ timoroso, a quel signore d’altri tempi. Trovando una cortesia unica, una capacità di spiegare le cose semplicemente degna del miglior cronista di giudiziaria, una propensione  al dialogo straordinaria. Non lo avevo mai visto prima, ripeto, eppure non fece affatto pesare la cosa. Anzi, probabilmente comprese l’imbarazzo e l’impaccio del giovane giornalista alle prese con un processone qual era quello per l’operazione “Tridente” o -prima ancora – quello per i famosi parcheggi sul lungomare di Nettuno.

Non ebbi più molti motivi per frequentare il Tribunale di Velletri, ma capitò di andare nel suo studio – per essere ricevuto dal figlio Marco, al quale rivolgo un caro pensiero in questo triste momento – e lo vidi venirmi incontro per un saluto caloroso. Come se ci fossimo visti qualche giorno prima, invece era trascorso molto tempo. Lo stesso a Palazzo di Giustizia, da ultimo un anno e mezzo fa, a quando risale l’ultima stretta di mano accompagnata dal suo sorriso cordiale. Ricordava perfettamente chi fossi e per quale motivo mi trovassi lì, a seguire un processo. Mi dicono i colleghi che di più hanno frequentato e frequentano il Tribunale che abbia dato consigli a molti cronisti.

Un maestro per gli avvocati, insomma, ma anche per chi vuole raccontare i processi e grazie a lui ha evitato più di qualche strafalcione.

Sia lieve la terra, dunque, all’Avvocato Angelo Fagiolo. Io non posso che serbare un piacevolissimo ricordo e dire, ancora oggi, semplicemente grazie.