Igea Banca finanzia il porto, quello che dobbiamo sapere

granchiporto

Igea banca, nata dalle ceneri della Popolare dell’Etna, è pronta a finanziare con 10 milioni di euro la Capo d’Anzio per una parte della realizzazione del bacino interno. Quelle che l’ultimo numero del “Granchio” indica come indiscrezioni sono realtà e l’istituto con sede a Roma e tre filiali in Sicilia, intorno al quale ruotano numerosi professionisti di grido, ha detto sì.

L’iter va avanti, quindi, il consiglio d’amministrazione della società che per il 61% è ancora del Comune e perciò dei cittadini, convocato per lunedì 26 febbraio, dovrà decidere il da farsi. Dagli ultimi annunci a oggi non sappiamo ancora qual è il contenuto del bando ma scopriamo che il finanziamento non è una possibilità bensì una cosa ormai praticamente definita.

Chi presterà le garanzie? La Capo d’Anzio ha debiti e criticità che Igea banca – ma basta chiunque sappia leggere minimamente i bilanci – conosce bene. Il Comune, che ha già passato i suoi guai con la fidejussione concessa alla Banca Popolare del Lazio e restituita, in teoria non può dare garanzie. Sempre dal “Granchio” leggiamo che “Come garanzia la Capo d’Anzio darebbe gli attuali posti barca esistenti all’interno del bacino portuale“.  Passiamo dal dover fare il porto a “impegnare” quello che già esiste… Un po’ come quando Acqualatina prese un mutuo con la Depfa bank e alcuni Comuni diedero in pegno le loro quote della società.

Ecco, fateci capire: è così? E chi lo ha deciso?  Ma prima ancora – pur apprezzando il lavoro e la presenza mediatica del presidente Ugo Marchetti –  è il nostro rappresentante del 61% di quote pubbliche a dover fornire qualche spiegazione. Vale a dire il sindaco, Luciano Bruschini. Che continua a sottrarsi non con chi scrive, ma con i cittadini. Lui che prometteva incontri da Sacida al centro e si limita a parlare di porto con pochi e selezionati interlocutori.

Allora, come sempre, chiedere è obbligo e rispondere è cortesia. Questo spazio è a disposizione, può usarne altri se vorrà, le domande sono queste:

  1. Qual è la situazione dei conti della Capo d’Anzio? Si ha un quadro almeno di massima sul bilancio 2017?
  2. E’ vero che è stato sottoscritto un piano di rientro dei canoni demaniali mai versati?
  3. Se sì, cosa prevede e abbiamo iniziato a pagare o non?
  4. Al di là della disponibilità della banca, la società può sopportare un indebitamento di altri 10 milioni di euro?
  5.  Quali rischi corre il Comune contraendo un prestito del genere se il progetto non si realizza?
  6.  E’ vero, come si dice negli ambienti, che la garanzia è pronta a fornirla il socio privato della Capo d’Anzio, quel Marconi che il sindaco avrebbe “cacciato, parola d’onore” e con il quale ha poi firmato la “road map” per arrivare alla realizzazione del porto?
  7.  Se così fosse, la garanzia di Marconi come inciderà qualora il Tribunale – al quale ci si è rivolti tardi, tenendo il parere di Cancrini nei cassetti – decidesse che il Comune aveva prelazione nella cessione delle quote di “Italia Navigando“?
  8.  E’ così difficile rendere noto ai cittadini, sempre proprietari del 61% delle quote, il contenuto del bando? O è l’ennesima sorpresa elettorale, dopo quelle proposte nel 2003, 2008 e 2013?
  9. Che fine ha fatto il contenzioso con le cooperative degli ormeggiatori?
  10. Qual è la situazione della Capo d’Anzio rispetto alla cosiddetta “legge Madia” sulle partecipate?

Si attendono risposte, l’1 marzo c’è pure un Consiglio comunale, hai visto mai che qualcuno si svegli e chieda…

 

 

 

2 pensieri su “Igea Banca finanzia il porto, quello che dobbiamo sapere

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...