Ieri Billia, Noli e Cervellati, oggi Malasuerte: quale visione?

cervellati

Pierluigi Cervellati

Terrazza del Municipio, inizio anni 2000: dialogo tra Gianni Billia – allora presidente della Capo d’Anzio – Alberto Noli, progettista del porto, e Pierluigi Cervellati, incaricato di redigere il piano regolatore. Il futuro, lo sviluppo, la città di “mare, cultura e natura“. Ricordo che Billia diceva, ad esempio: “Tu fallo il porto, vedi come le Ferrovie vengono a cercarti e portano la gente qui in 20 minuti” . Si fantasticava di crociere, rotte per la Sardegna, di scendere dal treno – come ripeteva l’urbanista – e “attraversare Villa Albani, l’ospedale militare, arrivare all’area archeologica“. Purtroppo sappiamo com’è andata, con il passaggio dalla teoria alla pratica che è stato disastroso.

Il porto non c’è, “mare, cultura e natura” scritte nel piano sono diventate “varianti, cemento e furberie“,  la “villettopoli“che l’urbanista aberrava è realtà. L’ho presa da lontano, è vero, ma provate a seguire il ragionamento.

In quel piano regolatore tra le cose positive c’era proprio il “Parco delle ville“. Ecco, la notizia dell’acquisizione dell’area dell’ospedale militare – votata all’unanimità dal Consiglio comunale – è assolutamente positiva e a Luciano Bruschini va dato atto di essere riuscito in un’impresa. Da sindaco, negli anni ’90, voleva demolire il muro del “Sanatorio” e ottenne pure un sì, salvo che qualche settimana dopo i militari decisero di rimetterlo a nuovo. Avere l’intera area – per il Central park che era e resta una bugia elettorale – era praticamente impossibile, ma meglio avere quel pezzo che non.

Bene, nel dare il merito al suo alleato ex avversario, il sindaco “incaricato” Candido De Angelis ha parlato di “visione di città“. Non c’è dubbio, l’incontro tra quei tre professionisti ne è la dimostrazione. Si parlava del futuro, di quale modello realizzare,  ma la visione di allora si è inesorabilmente arenata.

Sull’ospedale militare e il “Parco delle Ville“, per esempio, scrive Cervellati: “L’ipotesi progettuale riguarda la trasformazione di una parte di questo parco (di pertinenza dell’area militare) in parco pubblico. Si realizzerebbe così un percorso pedonale, presente ancora nel catasto del ’30. Un percorso che è diventato appunto via Flavia, da viale Severiano a largo Somalia, e che inquadra la villa dal barocco portale rudere ancora esistente. Un percorso pedonale (da viale Severiano a villa Sarsina) parallelo a quello che da viale Mencacci raggiunge villa Albani e a quello che introduceva a villa Adele e che oggi è diventata via degli Elci. La posizione orografica delle tre ville storiche, i loro parchi sontuosi in parte già di proprietà comunale, tutti di proprietà pubblica -statale o regionale- determinano una zona di verde di ettari. Una zona verde centrale particolarmente suggestiva (…)

Oggi nel documento unico di programmazione, come fa notare il Meetup “Grilli di Anzio” nell’area dell’ospedale militare si vorrebbe fare un parcheggio, ma quella indicata nel documento di programmazione non fa parte di quella oggetto della convenzione siglata. E allora?

Ecco, anziché rimestare nel passato, senza una “mea culpa” per quanto abbiamo sotto gli occhi, dovrebbero dirci lui e il centro-desta qual è la visione di oggi.

Vincere le elezioni, certo, poi? Perché prima c’erano Billia, Noli e Cervellati a parlare di futuro – e la città con questo centro-destra il treno l’ha perso – oggi invece c’è da confrontarsi con i personaggi di Malasuerte.  Non è proprio la stessa cosa.

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