Tra una settimana riaprono le scuole e ad Anzio non sappiamo ancora se i bambini potranno mangiare o meno. Si tratta dell’ennesimo episodio di superficialità/incapacità/disattenzione (fate voi) di questa amministrazione nel gestire l’ordinario. Prima, però, occorre fare un passo indietro.
Per le proroghe negli appalti c’è chi ha fatto sette mesi di arresti domiciliari. Partiamo da questo dato, da quello che hanno pagato Italo Colarieti, Augusto De Berardinis e Angela Santaniello, prima ancora di essere giudicati. Sono stati dichiarati colpevoli in primo grado, vero, aspettano l’appello, ma quei sette mesi sono stati – non lo dico da oggi – una condanna preventiva. Certo, si ipotizzava la corruzione in quel caso, l’appalto per l’assistenza sui bus prorogato a una coop che era in qualche modo “controllata” da Colarieti, ma tutto nasce dalle proroghe.
Allora consentite di prenderla da lontano, perché la “cattiva” Santaniello – rimessa in quel settore dal sindaco quando opportunità voleva altro – rientrata in Comune prima di una sospensione che non sembra aver fine (nonostante la condanna in primo grado l’abbia scontata) una gara per le mense l’aveva fatta. Si era rivolta agli Ordini professionali e alle università chiedendo esperti che poi, però, l’Anac ha bocciato. Risultato? Chi aveva vinto è stato mandato a casa, l’affidamento revocato, e l’appalto dato a chi in quella procedura era arrivato ultimo. Il criterio? Il prezzo più basso. Un affidamento “ponte” in attesa di una nuova gara, fatto alla vigilia dell’anno scolastico 2015-2016 e andato avanti – senza brillare, anzi…. – affinché si svolgessero le procedure previste per un affidamento vero e proprio. Ma in Italia, è noto, il provvisorio è definitivo…
Comunque il 17 aprile del 2016 un bando viene pubblicato, ma non è ancora operativa l’unione di Comuni per la stazione unica appaltante. La “politica” non si mette d’accordo, sicuramente sceglie di non andare con Nettuno né confluire nell’area metropolitana, com’è noto se sulle gare si può in qualche modo dire la propria è meglio. A un certo punto il vice sindaco Zucchini arriva addirittura a ipotizzare un accordo con Santa Marinella, alla fine si sceglie Ardea che pure politicamente è “vicina”. Troppo tardi, però, perché dal 19 aprile senza la “stazione” non è più possibile fare gare e va modificato il capitolato a causa del nuovo codice dei contratti.
Che si fa? Si aspetta…. Arriviamo a settembre, su questo umile spazio si chiede se i bambini mangeranno, una delibera autorizza ad andare avanti chi gestiva il servizio “ponte” in attesa di una nuova gara. Ricordiamo sempre che alla precedente era arrivato ultimo… Ebbene la “politica” colpisce ancora, forse certa dell’efficienza mostrata dalla neo segretaria e dall’avvio della stazione unica appaltante con Ardea. Motivo? Anziché scegliere il criterio indicato dagli uffici ovvero che l’azienda avrebbe lavorato fino “ad affidamento” della nuova gara, ha scelto il 31 dicembre.
E adesso? Si cerca una via d’uscita nel silenzio più totale. Nessuno va all’Anac, nessuno indaga, nessuno chiede lumi nemmeno in consiglio comunale. Nel frattempo la nuova gara è paralizzata, perché la sbandierata efficienza sembra essersi arenata, c’è una commissione che fa fatica a riunirsi e quando lo fa sembra pure cadere in qualche “ingenuità” sulla riservatezza delle sedute. Il punto non è questo, né compete a chi scrive, ci pensasse chi deve occuparsi di anti corruzione e rispetto delle procedure.
Lunedì i bambini mangeranno, certo, con una proroga della proroga su un servizio “ponte”. Magari ci diranno che nel frattempo è stato pure chiesto un parere all’Anac, la foglia di fico ormai per fare di tutto in questo Comune.
C’è chi è finito agli arresti per le proroghe, ma evidentemente la giustizia ha fasi alterne.