
L’assessore Patrizio Placidi
Il presidente della Regione Campania, Vncenzo De Luca, minaccia querele. Come se aver riportato le sue pesantissime e inaccettabili parole sulla presidente della commissione antimafia, Rosi Bindi, fosse lesa maestà. Ha fatto bene la Federazione nazionale della stampa a intervenire, meglio il presidente del Senato, Piero Grasso, a ricordare che certi termini li sentiva all’antimafia.
Un po’ “infame” lo sono stato pure io, poi con il presidente del consiglio comunale Sergio Borrelli la vicenda si è chiarita. Certo, dobbiamo ancora sapere chi tra eletti e assessori deve pagare l’ente e chi non, ma francamente sono stanco e ci pensassero i consiglieri comunali a chiedere lumi, visto che è trascorso inutilmente un anno. Da “infame” di paese e per quello che vale, va la solidarietà alla presidente dell’antimafia, che pure non era stata tenera sul presidente campano. Beghe “politiche” ci spiegano, questioni di partito, ma lo spunto dalla vicenda De Luca – che per il poco che conto non dovrebbe restare un minuto in più al suo posto – porta a un ragionamento più generale. Al clima di odio, di disprezzo, al quale la “politica” ci ha condotto.
Restiamo un momento alla Bindi, approfittiamone per chiedere a lei, presidente dell’antimafia, di far terminare l’agonia alla quale siamo sottoposti come cittadini di Anzio: c’è o no l’esigenza di nominare la commissione d’accesso? E’ stata chiesta da più gruppi parlamentari, alla Camera e al Senato, è ora che la città abbia una risposta. I silenzi non servono, fomentano il clima di sospetti quando non di prevaricazione. La presidente svolga il suo ruolo, per favore, convochi chi di dovere (signora Prefetto, se c’è batta un colpo….) e ci dica. Nel frattempo un’altra auto è andata a fuoco e questo clima non ci piace affatto. Ed è figlio del clima che dichiarazioni come quelle di De Luca non fanno altro che alimentare.
Lo vediamo, per esempio, nella campagna del referendum. Sempre meno si confrontano, sempre più provano a prevaricare, insultare. E se lo fa De Luca, ormai possiamo farlo tutti…. Non è così, non funziona così. Le parole del presidente della Campania “giustificano“, a questo punto, il sindaco di Anzio Luciano Bruschini che dà degli imbecilli ai cittadini, fanno dire a chi di questa “politica” si è beatamente rotto che andassero tutti a quel paese.
In tutto questo del futuro meglio tacere. Si inseguono i presunti candidati sindaco (fortuna che sono in discesa in questa “classifica“) ma si fa fatica a capire cosa si voglia fare, di diverso, per questa città. Nei giorni scorsi nel simpatico spazio dell’Edicola Rolando, su facebook, l’assessore Placidi ci ha parlato di turismo e ha detto che non dobbiamo fare masturbazioni mentali sulla biogas. E certo, quella l’ha “incassata” (a proposito, domenica c’è l’assemblea pubblica del Comitato del No al multisala cinema Lido), avanti un altro…
Detto da un novello della politica come lui – è lì ormai da una quarantina d’anni, venti dei quali ininterrottamente assessore – dovremmo crederci…. Sarà sicuramente uno dei candidati sindaco, anzi a oggi è l’unico in corsa, la sua credibilità rispetto alle promesse del passato e meno di zero ma tanto va avanti come un treno.
Qual è l’alternativa che vogliamo costruire ai Placidi e Bruschini? Urlarci contro? Accusarci a vicenda? Cercare dossier? Inseguire il metodo di fare accordi alla vecchia maniera? Diventare tutti “grillini“?
No, dovremmo sforzarci di fare altro. Di immaginare la città che vorremmo, tenendo lontane beghe paesane e di partito. Dovremmo riappropriarci dell’essere cittadini che pensano con la propria testa, non a seconda della tessera che hanno in tasca o di chi hanno scelto alle ultime elezioni. Per quello che si vede in giro sarà tutt’altro che facile. Impegnarci a parlare del futuro, prima che del candidato sindaco, sarebbe già un passo avanti.
ps: chiedo scusa per il silenzio degli ultimi giorni, ma tra le vicende di cronaca di Latina (dove com’è noto lavoro) e la presentazione del libro, gli impegni hanno preso il sopravvento. Questo spazio è un piacevole passatempo, nulla di più