C’è altro prima del sindaco, ecco perché #unaltracittà

altra

Fare il sindaco della propria città. A chi non piacerebbe, anche solo per qualche giorno… Bello, affascinante, difficile. La tentazione è forte e le strade per arrivarci sono diverse prima delle elezioni, quindi dei cittadini che ritengono – da padroni assoluti – chi debba essere il loro rappresentante.

Ebbene con #unaltracittà abbiamo inteso fare altro. Chi scrive, che sul territorio è impegnato da anni in diverse forme (associative, giornalismo, volontariato) poteva tranquillamente rispondere alle certezze di tanti e dire: sì, voglio candidarmi. Anzi, sono il candidato.

Si poteva andare da un partito, fare un’alleanza con chi rappresenta la politica anziate e ci ha portato nella condizione in cui siamo. Si poteva cedere alle lusinghe di chi dice “io ho 1000 voti” e di chi promette di portare con sé “cinque-sei consiglieri“. Ma sì, ti metti a tavolino, fai i conti, speri che vada bene (a loro è andata benissimo, finora) prometti qualcosa che non manterrai, ma saresti solo il nome nuovo e spendibile per una vecchia classe politica e dirigente. Se poi il tuo nome servisse, come “bandiera” nel Pd, per passare dal 20% di Bernardone alle ultime amministrative al 22% perché sei un po’ più conosciuto cosa avresti fatto? Nulla. E se pure il Pd fosse parte di questo discorso – alla pari con altri – sai che dovresti temere i “dinosauri” che nel ’95 non confluirono su Mangili e nel ’98 mandarono a casa Mastracci consegnando definitivamente la città al centro-destra.

Ecco, è sbagliato partire dal sindaco, occorre prima vedere cosa vuoi fare, come e con chi. Nella presentazione di ieri di #unaltracittà (grazie ancora a tutti) qualche “paletto” è stato posto. Siamo un gruppetto di amici, niente di più, disposti ad allargare l’orizzonte e a confrontarci con chi vorrà portare le proprie idee.

Ci mettiamo la faccia, quella di persone che vivono del proprio e hanno deciso di impegnarsi. Sarebbe facile schierarsi dalla parte dell’anti-politica, molto più complesso parlare di buona politica e provare a immaginare  una città moderna, aperta, solidale, proiettata in Europa e nel mondo, dove lo sviluppo guardi alla sostenibilità e non al mattone, alla qualità degli eventi e non ad accontentare gli amici degli amici, ai servizi basati sulle esigenze dei cittadini – tutti – e non di pochi. Eccoli alcuni “paletti“, insieme alla legalità assoluta. Alla trasparenza, al rispetto di chi ha un’idea diversa, al confronto sulle cose da fare e non sulle persone da attaccare, alla verità da dire ai cittadini. A un Comune che non è – non può e non deve essere – collocamento per disperati “assunti” in cooperative che poi portano voti, ma creare le condizioni per uno sviluppo che porti lavoro a tutti. E i voti a chi, democraticamente, i cittadini sceglieranno.

Siamo con chi vuole costruire questo, un movimento di opinione   fuori dagli schemi della politica in senso tradizionale ovvero delle “liturgie” dei partiti come li abbiamo conosciuti in Italia e qua, ma anche lontano dal populismo del guru.

Da qui parte un percorso, se riusciremo a mettere insieme chi vuole realmente cambiare le cose in questa città parleremo anche del candidato sindaco. Ma per farlo dobbiamo essere credibili e questo dipenderà  esclusivamente da noi, di certo partiamo avvantaggiati perché  lo siamo più di chi ha governato finora.

Ah, per chi segue questo spazio: pur non essendo candidato ma come direbbe qualcuno essendo “sceso in campo“, da oggi  scompare nel blog la parola “giornalista“. Chiaro che lo resto, è il mio lavoro che si svolge com’è noto al Messaggero e continuando l’attività con il libro “Sangue sporco” e il documentario che stiamo realizzando.

Attraverso il blog continuerò comunque a esprimere opinioni, suggerimenti, denunce come in passato, oltre che a confrontarmi con quanti vorranno.

Un pensiero su “C’è altro prima del sindaco, ecco perché #unaltracittà

  1. Bravo Giovanni sei stato come sempe chiarissimo. Le Argomentazioni sono state esaurienti e pienamente in linea con la nostra disgraziata politica da vent’anni a questa parte.Bene hai fatto a tagliare con i pachidermi e califfi vari, mettendoti trasversalmente a questa politica di clientela.Speriamo do poter svegliare dagli “ozi” i nostri concittadini !

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