Dieci giorni di silenzio e poi – una volta scoperte – affidano a facebook un comunicato che nella Prima Repubblica non avrebbero saputo fare meglio. Roberta Cafà, Laura Nolfi e Valentina Salsedo – il nuovo….. – “spiegano” le dimissioni con un comunicato postato sui social, primo esempio forse di quello che intendeva Bruschini con il suo 3.0
Lo fanno dopo lo scoop del Granchio e di Katya Farina in particolare, che nel pomeriggio aveva reso noto il duro contenuto della lettera di dimissioni. Per dieci giorni erano state in silenzio, avevano tenuto il punto, erano state pressate dalla politica, si erano riunite, e ieri proprio mentre si concludeva il pranzo con Luciano Bruschini – che si conferma un maestro nei rapporti interpersonali e politici – la notizia del perché si erano dimesse. Se ne erano andate per le “politiche illogiche, arroganti ed incontrollabili che trovano teatro nella casa comunale” ma prima ancora perché mancavano le condizioni di “trasparenza, corretta amministrazione ed efficacia“. Parole pesantissime che in tempi di paventata commissione d’accesso confermano i dubbi di molti sul funzionamento del sistema-Anzio.
Il problema, immagino, diventa la lettera e non il suo contenuto. Diventa come è uscita, perché – quando trasparenza voleva che fosse pubblicata, dato che sono andate via dei personaggi pubblici – e ovviamente la stampa ignorata per dieci giorni non solo è brutta e cattiva, ma finalmente va cercata. Ecco il comunicato, in perfetto politichese, dove si dice e non si dice, si smorzano i toni rispetto al contenuto della lettera, si fa capire che ci sono state incomprensioni personali (ma allora l’amministrazione è corretta, efficace, trasparente? e le politiche non sono arroganti e di conseguenza sono sotto controllo?) e che si sono dimesse irrevocabilmente ma poi, a seguito di un confronto con il sindaco……
Ecco, gli ormai pochi capelli bianchi mi portano a immaginare che quel confronto, il pressing di “Padre Luciano” – come lo chiama amichevolmente Candido De Angelis – sia servito a ricucire le cose. E così ha capito anche chi fa questo mestiere da meno tempo e i cittadini che praticano i social.
Perché: “Riconosciamo al Sindaco Luciano Bruschini la grande esperienza e le competenze per trovare il giusto equilibrio e proseguire nel mandato con la dovuta serenità, contrastando le sterili discussioni ,evitando le incomprensioni che potrebbero ostacolare la buona amministrazione” tradotto significa che sono pronte a tornare. Poi se abbiamo interpretato male, chiediamo scusa da subito. Certo non si può fare marcia indietro così a cuor leggero, allora andranno in qualche modo “placati” Placidi e Zucchini – da quello che si dice negli ambienti – e si potrà proseguire anzi “ridefinire una soluzione idonea per una ri-partenza orientata al progresso della Città“. Devo cercare in archivio qualche documento anni ’80-’90 ma sono certo che parole del genere le troverei.
Bisognerà vedere che ne pensano gli altri componenti di maggioranza, chi aveva già le assessore pronte, chi a stare dieci giorni alla berlina e ad aver votato un paio di delibere illegali perché prive di “quote rosa“, oggi vorrebbe capire qual è la situazione e quali le condizioni dell’eventuale rientro. A questo punto se torneranno o meno le assessore – abbiamo capito di sì, cercano di spiegarci il contrario – non importa. Certo sottrarsi a un confronto con la stampa per evitare domande che potevano essere “scomode” e che dopo la lettera lo sarebbero ancora di più non è bello. Diciamo che è l’ennesima figuraccia dell’amministrazione Bruschini e d’altro canto ricordiamo pure che il primo a fare marcia indietro fu proprio il sindaco, nel 2013. Disse che non si candidava più, quindi tornò sui propri passi. Vinse, certo, ed è legittimato a stare lì. Ma dato quell’esempio Cafà e Nolfi – già dimissionarie una volta – che potevano fare di diverso?