Il porto, i lavori, i silenzi di sempre

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Mai usata quella di Piazza Pia, nel frattempo finita a un non ancora meglio specificato museo delle conchiglie, la Capo d’Anzio ha avviato i lavori per la sede di riviera Zanardelli, ospite dell’Associazione marinai d’Italia. La stagione è alle porte e lungi dall’iniziare le opere per il porto, la società mista (61% Comune-39% Marinedi ovvero Renato Marconi) si avvia alla gestione degli spazi ottenuti. Cosa per la quale una sede fisica è indispensabile.

Spazi tutti, fuorché quelli degli ormeggiatori che hanno ottenuto dal Tar la sospensiva e ora dovranno difendersi dal ricorso al Consiglio di Stato della Capo d’Anzio. La società sapeva – e bene – che mettere mano al porto non sarebbe stata una passeggiata di salute, lo conferma anche la vicenda di oggi, ma essendo la  titolare della concessione non può certo stare a guardare.

A fronte di questo e del poco che trapela, grazie ai colleghi che seguono le vicende del porto, la società e in particolare chi ha la maggioranza della Capo d’Anzio, continua con i silenzi di sempre.

Del bilancio approvato per la prima volta in leggero attivo ignoriamo tutto eppure per il 61% siamo i proprietari. Ci sono – così viene spiegato – dei tempi tecnici e dovremo attendere. Di sapere, ad esempio, se abbiamo iniziato a pagare o meno la Banca Popolare del Lazio e che intenzione abbiamo di fare con i creditori tra i quali quelli del progetto “Life”

Sappiamo da una determina, intanto, che il Comune vuole riprendersi le quote del privato e ha dato mandato a un avvocato, forse troppo tardi rispetto a quando si era deciso di farlo, mentre con Marconi si è condiviso tutto e di più dal suo ingresso a oggi.

Non sappiamo, invece, che fine abbia fatto il fantomatico nuovo bando di gara  annunciato a più riprese dal sindaco per realizzare – e far gestire ad altri – tutto il porto. Bando, ricordiamolo, che va nella direzione esattamente contraria rispetto a quanto lo stesso sindaco ha deciso in assemblea dei soci ovvero all’inversione del crono programma, alla gestione per “fasi” dell’attuale bacino  almeno fino a tempi migliori.

Un comportamento diciamo singolare, dunque, e i silenzi di sempre. Meno male che questa era l’opera per rilanciare l’economia della città…

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