Anzio, i rifugiati, le strane coppie e la comunicazione scellerata

caracol

C’è da chiedersi a chi interessi realmente il problema dei rifugiati e chi stia “giocando”, chi sia preoccupato delle loro esigenze prima che del loro arrivo, delle difficoltà che hanno prima del problema che potenzialmente rappresentano. Loro, insieme a un’altra serie di sfruttati che esistono sul territorio e dei quali fingiamo di non accorgerci. O forse ci conviene tacere, su situazioni di degrado assoluto e immigrati tenuti come sardine. Fosse – è bene ripeterlo – in via del Cinema o al Caracol, allo Zodiaco o nelle campagne di Padiglione e Sacida.

Fa” notizia che l’assessore Roberta Cafà scriva al Prefetto per chiedere un tavolo e affrontare la vicenda. “Fa” notizia perché dovrebbe essere il sindaco a rapportarsi con il rappresentante del governo, perché i rifugiati in ordine di tempo sono l’ultimo dei problemi e prima ci si dovrebbe occupare di altro, ma dalla lettera dell’assessore si potrebbe prendere spunto per affrontare le questioni in modo generale e indicare possibili soluzioni.

Invece, nell’epoca che mi piace definire della “comunicazione scellerata” la lettera è pretesto per altre prese di posizione. Sono a favore Marco Maranesi e Davide Gatti, contrari Giorgio Zucchini e Patrizio Placidi. Con questi ultimi che speriamo abbiano fatto notare la cosa anche in giunta.

In tempi non sospetti ho criticato la “filiera” Veltroni-Gasbarra-Marrazzo che attraverso i loro solerti uffici stampa intervenivano anche sul sesso degli angeli e facevano a gara per vedere chi uscisse prima sulle agenzie di stampa. Adesso c’è internet, la gara è ancora più singolare,  addirittura si formano strane coppie nella politica di casa nostra. Tanto basta fare un comunicato e intervenire… Chi copia e incolla va a nozze.

L’unico grande assente in tutto questo è il sindaco – che istituzionalmente sui rifugiati ha preso atto della comunicazione del Prefetto –  preso a dividere con il bilancino (e al limite della regolarità) gli incarichi ai dirigenti rimasti, in modo che ognuno abbia il suo assessore a “controllarlo“.

Qual è il progetto della Cafà per queste situazioni sociali? Pazienza. Che idea hanno Maranesi e Gatti, Zucchini e Placidi, del rapporto con gli immigrati e della loro integrazione conta poco.  Si deve far sapere che loro sono intervenuti, che lo hanno fatto insieme, perché si deve mandare il messaggio che potrebbero stringere accordi, “fare qualcosa” in vista della campagna elettorale, fare vedere che ci sono. C’è chi li ha preceduti, non su questo ma su altri temi, qualche mese fa: Romeo De Angelis e Marco Del Villano, i quali hanno riscoperto forse una comune passata militanza e si sostengono a vicenda. Del Villano ha fatto in consiglio un’interrogazione sollecitato da De Angelis, per esempio. C’è da immaginare che su questa vicenda dei rifugiati la pensino allo stesso modo, mentre sempre De Angelis raccoglie firme e rivendica sui social media la primogenitura di iniziative per contrastare gli arrivi indiscriminati che oggi tutti sembrano scoprire, preparandosi con gazebo e iniziative varie.

Attenzione, nulla vieta collaborazioni o unità di vedute, comunicazioni congiunte, formazione di alleanze. E’ che in fondo in fondo della situazione di quei poveri disgraziati e delle decine di altri come loro non interessa molto. Bisogna far sapere di esserci, mandare messaggi. E’ la comunicazione scellerata.

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