Abbiamo la conferma. All’assemblea della Capo d’Anzio c’era, sia pure al telefono, ha votato, ma poi le carte sono tra quelle che gli capita di non vedere. Il sindaco di Anzio Luciano Bruschini, ormai meglio conosciuto come “non lo so”, sul porto in consiglio comunale aveva fatto inversione a U. Lì sapeva eccome, peccato non ci fosse lo streaming perché oggi tutti potrebbero rivederlo: “Io lo so cosa vuole fare Marconi, il porto a pezzi, ma io ho un’idea diversa e adesso che abbiamo l’intera concessione rifaremo il bando di gara”. Marconi è l’ingegnere che rappresenta il 39% della Capo d’Anzio ovvero Marinedi. Il sindaco ha parlato di precisa “strategia”, ma solo un mese e mezzo prima aveva avallato tutte le scelte della società. Sulla base delle quali il presidente Luigi D’Arpino – che si dice prossimo alle dimissioni – e lo staff di Marinedi sono andati avanti. Un percorso, fra l’altro, iniziato quando si è chiesto di invertire il cronoprogramma alla Regione.
Ebbene dopo quel consiglio comunale e la “parola d’onore” che entro ottobre avrebbe richiesto le quote a Marconi secondo i patti parasociali, adesso il sindaco ci ripensa di nuovo. Si dice negli ambienti che “non sapesse” che la Capo d’Anzio o inizia a fare cassa o fallisce. Il socio privato – che per la continuità dell’azienda firmerà la fideiussione con la Banca popolare del Lazio – ha chiarito a Bruschini che può fare tutte le gare che vuole e anche avviare l’azione (per “strategia” non fatta prima) di riprendersi le quote, ma che l’unico sistema per andare avanti oggi è quello di rendere operativa la Capo d’Anzio. O consegnare i libri in Tribunale.
E il sindaco – che ormai, evidentemente, sul porto naviga a vista – ha annuito.
La domanda è sempre la stessa e comprende un po’ tutte quelle fatte, nel corso dei mesi, su questo spazio: serve chiarezza.
Il sindaco la deve non a chi scrive, ma ai cittadini che rappresenta e sono proprietari del 61% della Capo d’Anzio. Per questo lo spazio continua a essere a disposizione. Come e quando vuole.
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