Non rispondere. Ma sì, dopotutto i cittadini sono dei “rompic…” e quelli che insistono ancora di più. Debbono pensare questo all’ufficio tributi del Comune di Anzio – ma anche altrove, immaginiamo – di fronte a chi chiede informazioni. E’ emblematica la storia di Luciano Dell’Aglio che deve essere visto come il fumo negli occhi in piazza Cesare Battisti. Ne fa una questione di principio, con una sorta di disobbedienza civile. E vale la pena di leggerla, la sua storia, perché molti di noi si sono ritrovati nelle medesime condizioni: inviare una richiesta e non ricevere risposta. E nell’era 3.0 che ci aveva promesso Bruschini è inammissibile, ma lo è ancora di più dal momento in cui un vecchio adagio recita che domandare è obbligo, rispondere è cortesia.
Prima del ruolo che si ricopre, dell’essere in un ente pubblico, del 3.0 o meno, viene la buona educazione. Rispondere a una mail – pur in un luogo nel quale si è oberati di lavoro, immaginiamo – impegna pochissimo tempo.
Lasciamo stare il buon Luciano, allora, e pensiamo a chi vuole sapere cosa succede se la Tasi si paga tutta a dicembre anziché in due rate. Sono state spedite mail in tal senso, rimaste senza risposta. Così come le richieste fatte via cassetto tributario, rimaste con un numero di “ticket” assegnato e addio. Pensiamo a chiunque altro segnala di aver mandato mail o proposte e di non aver mai saputo più nulla. Della serie “Noi siamo il Comune, voi non siete un c...” parafrasando l’intramontabile Alberto Sordi nel Marchese del Grillo.
Ci saranno anche cittadini “rompic…” – non è in dubbio – e ammesso lo siano meritano comunque delle risposte e in ogni modo non possono pagare tutti gli altri per loro.
Ah, un’ultima battuta. Forse le risposte relative al cassetto tributario non arrivano perché la versione è 2.0, qui – l’aveva promesso il sindaco in campagna elettorale – doveva esserci il 3.0….