Franco e quella delibera “galeotta”. Ciao, caro amico mio

Diventammo amici quando scrissi, per Latina Oggi, che era stato necessario fare una delibera per restituire 5 o 6000 lire a una mamma che aveva pagato oltre il dovuto una prestazione per il figlio. Da alcuni mesi le 6 ex USL pontine erano state unite in una sola azienda e Franco Brugnola ne era diventato direttore amministrativo. Al vertice c’era Roberto Malucelli, direttore sanitario Francesco Perretta. Sì, come oggi i posti si dividevano, poco è cambiato tra prima e seconda repubblica. Però si guardava alla qualità. Ho seguito la Asl di Latina dalla sua nascita e devo dire che di qualità, successivamente, ne ho vista poca. Ma non c’entra, adesso, perché mi piace ricordare Franco uomo e professionista, appassionato di numeri e informatica, conoscitore della macchina amministrativa pubblica come pochi, sempre “contro” chiunque governasse se c’era da difendere un lembo di sanità pubblica e onesto fino al midollo.
Quella volta ci incontrammo all’ingresso di piazza Celli, io ero lì come sempre a spulciare l’albo pretorio e lui “ma che vai a trovare, vieni con me“. Andammo nel suo ufficio, il quadro con lo spettacolo teatrale del fratello che non c’era più lo accompagnava sempre. Mi disse che avevo fatto bene a scrivere e che era vero, fare una delibera era più costo del rimborso, ma occorreva cambiare le regole e lui lo stava facendo. Nacque così il nostro rapporto e da lì non ci siamo più persi di vista. “Guarda che è bravo” – mi disse frettolosamente e con i suoi modi rudi Luciano Mingiacchi con il quale ne parlai e che lo conosceva bene. Sapeva di non sbagliare. Andò a Formia come direttore generale del Comune, alla Roma 6 commissario e poi direttore amministrativo, in Toscana a seguito di Malucelli che veniva, è vero, dal mondo delle Coop ma nel frattempo aveva imparato a conoscere la sanità. Poi Franco andò all’istituto zooprofilattico. Dalla pensione aveva iniziato a scrivere libri e io a presentarli sempre con piacere. Una volta anche ad Anzio, con una bel confronto con il sindaco Luciano Bruschini. Venivano entrambi dalla scuola della prima repubblica ed era un valore aggiunto. L’esperienza di candidato sindaco a Sabaudia – la sua città di adozione e scelta per la vita – non era piaciuta ai cittadini che votarono altri. Come accadde a chi scrive qualche anno dopo. E Franco c’era: “Non potrò fare il dirigente né ho voglia di fare l’assessore, ma se vinci una mano te la do”. Rileggere oggi quello che disse all’incontro in campagna elettorale è ancora istruttivo. Anzio, però. guardava altrove.

E’ la democrazia, ma che fosse “malata” di qualche vicinanza alla malavita lo temevamo già. Eravamo d’accordo che in caso di vittoria sarebbe venuto per un paio di giorni in “ritiro” con noi a spiegarci come funziona la macchina amministrativa, cos’è il “Sindaco di tutti” ma poi ci avrebbe fatto comodo anche il suo “Manuale per un consigliere d’opposizione”. Lo cercammo per i primi bilanci, poi ogni volta che c’era un dubbio. Della malattia parlava poco ma quando poteva lodava il personale del “Goretti”, intanto preparava “libri bianchi” sulla sanità, voleva che il cinema Augustus restasse patrimonio di Sabaudia ed era in prima fila nella battaglia per i “Pat”, i punti di assistenza territoriale. Lì non è che fossimo così d’accordo, però il principio era giusto: se togli un servizio (non di vitale importanza, ripetevo io) devi darne un altro adeguato. Appena saputo che sarei andato a Frosinone mi fece i complimenti e chiese di parlare del suo libro “bianco”, della carenza di posti per mille abitanti, dello squilibrio verso il privato, dei costi elevati per alcuni servizi. Dovevamo presentarlo insieme, ad Alatri, ma un suo malessere non lo ha consentito. Oggi che Franco se n’è andato dico che dovremo farlo lo stesso. Insieme all’amata moglie che stringo forte in questo doloroso momento.

Per ricordare un servitore dello Stato, un manager pubblico di assoluto livello. Un amico perduto. Ciao!

Porto di Anzio, Sabaudia ci riprova. L’erosione c’è? Colpa del progetto…

L'erosione della spiaggia a Sabaudia

L’erosione della spiaggia a Sabaudia

Il consiglio comunale di Sabaudia discuterà domani la mozione presentata da tre consiglieri di opposizione sui rischi che ci sarebbero con la realizzazione del porto di Anzio.

Ci sono  palesi errori nel comunicato di qualche mese fa – anche lì le mozioni non si discutono mica subito… – come la bocciatura da parte della Regione guidata dal centro-sinistra (dopo anni passati a ostacolare il progetto per “procedure sbagliate” inesistenti era pronto l’accordo di programma, ma Anzio non era Fiumicino e saltò all’ultimo istante), il Comune che si riprende le quote del privato (semmai è il privato che si è ritrovato quelle di Italia Navigando senza opposizione del Comune), nell’accordo e nella concessione demaniale – non qualcosa di aleatorio – ci sono una serie di prescrizioni relative anche all’impatto ambientale che in parte, comunque, è stato già concesso.

Su una cosa sarebbe interessante che qualcuno, domani, si alzasse in Consiglio comunale a Sabaudia. Una domanda semplice semplice, alla quale ambientalisti di maniera (si tratta dell’ennesimo tentativo fatto in tal senso nel centro pontino, sempre dagli stessi personaggi) citando studi di qualche tempo fa, non hanno mai risposto.

La domanda è questa: perché se il porto di Anzio è solo sulla carta, l’erosione a Sabaudia esiste già e anzi è aumentata nel corso degli anni? Qualcuno sa rispondere scientificamente?

A meno che correnti marine ed erosione non siano sensibili ai progetti. Se così fosse, è giusto bocciare l’ipotesi di Anzio. Immediatamente. Ma questa è fantascienza.

Ah, un’altra cosa: il porto di Anzio, per il quale c’è una concessione demaniale che consentirebbe il famoso e temuto raddoppio, per adesso e i prossimi tre-quattro anni secondo le intenzioni della Capo d’Anzio si fermerà solo alla gestione del bacino attuale.

A Sabaudia dà fastidio anche quella? Ecco, magari prima di lanciare un allarme, sarebbe bene informarsi….