Gli ispettori ambientali “detective”, le ronde, la città senza regole

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Sembra un blitz vero e proprio. Parcheggiano l’auto piena di adesivi che già “certifica” il loro avere a che fare con il Comune. Scendono in divisa, tesserino e paletta (quella a dire il vero sembra giocattolo) e chiedono informazioni. Ci sono ancora – anche a estate finita – e sono più “agguerriti” che mai gli ispettori ambientali. Peccato che vadano dai cittadini a chieder loro di fare da delatori. Già, proprio così. Di chi sarà mai quel terreno incolto da anni, diventato improvvisamente un lotto sul quale i novelli investigatori stanno indagando? Chissà… Scendono dall’auto e mostrano il tesserino perché vogliono saperlo.

Poi rifletti un attimo e dici: ma come, voi siete una specie di “sceriffi” del Comune e non sapete di chi è un terreno? Volete davvero dirci che in Comune nessuno sa chi è il proprietario? No, diteci che siamo su Scherzi a parte, dai…

Purtroppo è tutto vero e i volontari a 10 euro di rimborso al giorno ovvero ispettori e/o aspiranti sceriffi, continuano la loro attività di “detective“. Con tanto di dubbio riconoscimento della qualifica di agente di polizia giudiziaria. Il tutto senza alcun bando da parte del Comune per cercarli, né conoscenza dei criteri con i quali sono stati scelti, né avere – a oggi – un consuntivo di cosa hanno prodotto e quali attività stanno ancora svolgendo. Ad esempio, la pulizia della città se ne è giovata? Sembra proprio di no. A controllarli resta sempre un dipendente del Comune che è, al tempo stesso, controllato in quanto punto di riferimento delle associazioni che hanno “fornito” ispettori. Chissà che in quella che molti identificano come una battaglia per ripristinare la legalità, il segretario generale si accorga anche di questo.

Intanto possiamo dormire tutti sonni più tranquilli. Dal 13 dicembre arrivano le “ronde” volute da Fratelli d’Italia. Speriamo bene, perché i rischi che si corrono sono diversi. Per chi sarà in strada e per i cittadini. Prendiamo l’iniziativa come una provocazione, un segnale – se ce ne fosse il bisogno – che la sicurezza è ben poca come dimostrano anche recentissimi fatti di cronaca. Ma attenzione, non aggiungiamo agli “sceriffi” dell’ambiente quelli che fanno i paladini della sicurezza. Perché rischia di finire male il primo ubriaco – peggio se immigrato – che si aggira dalle parti delle “ronde” e magari fa una battuta fuori posto.

La realtà è che in questa città senza regole chi si alza prima, come recita il vecchio adagio, si veste. La questione sicurezza dovrebbe essere oggetto di un sereno, serio e costruttivo confronto istituzionale. Di un investimento, importante, su telecamere che invece non funzionano o lo fanno a singhiozzo. Di un coinvolgimento – se non erro era nel programma di Bernardone sindaco – delle agenzie di guardie giurate. Comunque servirebbero dei criteri che, al solito, qui non ci sono. Il motivo? Semplicissimo:  con una commissione rabberciata e qualche ispettore ambientale – con tutto il rispetto per i componenti – il Comune pensa di aver risolto il problema.

Mense, i controlli negati e le “scoperte” della nutrizionista: fare chiarezza

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Nessuna ispezione all’inizio, per disposizione della dirigente oggi sospesa. Adesso che le ha fatte ha scoperto che l’azienda che svolge il servizio mensa risulta inadempiente al capitolato di appalto e alle offerte di gara oltre che alle migliori offerte fatte sempre in fase di gara.

Raimonda Dessì, la nutrizionista responsabile del processo di autocontrollo del Comune, mette nero su bianco le cose che non vanno. Lo fa in una nota che – da quanto si apprende – è pesantissima.

Si parla di “audit ispettivi” che nella prima fase del contratto, a ottobre, non sono stati ritenuti necessari da parte della dirigente Angela Santaniello. Ma soprattutto di una serie di inadempienze scoperte dal mese di novembre – quando ha potuto iniziare gli “audit” – relative ai menu, ai prodotti, alle migliorie offerte dall’azienda vincitrice – che ricordiamo ha ottenuto il massimo per la parte tecnica, 70 punti – e persino alle ricette. Addirittura si fa riferimento a condizioni di “emergenza” nelle quali la ditta si è trovata a operare nel momento di passaggio dalla Serenissima alla sua gestione, avvenuta come ricordiamo in fretta e furia.

L’azienda avrebbe risposto che si sta adeguando.

E’ noto che il gusto dei bambini è soggettivo, è chiaro che non troveremo mai un servizio che vada bene a tutti e che le lamentele sono nel conto. Qui il discorso è diverso: se la relazione della nutrizionista è così pesante, si entra nel capitolato di gara e nelle offerte che un’azienda vincitrice non sta mantenendo. E poi ci sono quei controlli “negati” in avvio, quando oggi – forse – potevamo avere già la soluzione.

Sarà bene fare chiarezza – come si chiede da più parti ormai da mesi – e provvedere.