Quando in questa città si parlava anche di commercio ed esisteva un’associazione di categoria degna di tale nome, una vicenda come quella del supermercato nell’ex ristorante cinese di viale Paolini avrebbe scatenato una sommossa.
Oggi sembra interessare a nessuno, mentre un’analogia con quei tempi è rimasta: chi arriva e ha lo sponsor politico giusto, apre. Anzi, ce n’è un’altra: manca qualsiasi programmazione dal punto di vista commerciale. Allora un tecnico incaricato di redigere il piano parlava di “grossi negozi” per quelli che non avevano la superficie dei supermercati ma la sfioravano. Fioccavano i centri aperti per destinazione urbanistica, prima che per decisione del Comune ovvero per una situazione palesemente indotta. Poi sono arrivati quelli che hanno scoperto un condono “dimenticato” e la situazione è andata avanti. Il supermercato in centro mancava, tra l’altro in una situazione di assoluta difficoltà del settore per i pochi negozi rimasti. I quali commetteranno anche degli errori – primo fra tutti non aver valorizzato il centro commerciale naturale – ma per i quali un’amministrazione attenta avrebbe almeno il buon gusto di dire che un supermercato è il definitivo affossamento.
Ha ragione Paride Tulli a sollevare una serie di dubbi rispetto alla collocazione del negozio, vuoi per la condizione del centro e vuoi per i posti auto. Speriamo che prima di dire sì qualcuno se ne accorga…