Mense, il 3.0 “tradito” dal sistema di pagamento

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Volete pagare la mensa con il sistema messo a punto ad Anzio? L’amico Luciano Dell’Aglio ha realizzato questo video che potete vedere qui e che spiega meglio di ogni altra cosa le difficoltà che ha un cittadino medio a pagare on line.

Il Comune di Anzio – fra i tre che hanno avviato il sistema di pagamento della Città metropolitana  – anziché semplificare la vita degli utenti, con questo genere di pagamento l’ha resa più difficile. Sono cinque i siti diversi tra i quali “rimbalzare” e una trentina i passaggi da effettuare in almeno 15 minuti. Di corsa, perché il “token” scade.

Il tutto a un costo, per la collettività, di circa 15.000 euro l’anno. Quando il sistema originario – quello con il quale ci si iscrive, si comunicano le assenze e si verifica la propria posizione – non prevedeva aggravi e consentiva di pagare on line in modi diversi. Bastava volerlo, era tutto pronto, ma si è scelta una strada diversa. Il 3.0 che finalmente diventava realtà – almeno per questo servizio fondamentale – è stato  “tradito” da un sistema che ci costa ed è farraginoso.

Facciamo un esempio, è come se per acquistare un prodotto su Amazon o Ebay si dovesse – dopo aver messo nel carrello ciò che ci interessa – scegliere il metodo di pagamento, aspettare una mail, uscire dal sito, andare a pagare e poi tornare indietro. Sappiamo tutti, invece, che scelto il metodo si va al massimo su un sito esterno, si paga – con carta o paypal – e si torna su quello originale.

Ovunque, non ad Anzio.

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