L’ultima versione è che si aspetta una delibera di giunta. Intanto il 15 dicembre è passato e l’ultimo piano di rientro con la Banca Popolare del Lazio – quello della serie “o paghi o partono gli atti” – non è ancora stato rispettato.
L’istituto di credito, dopo aver avuto una pazienza infinita ed essersi preso le briciole del prestito alla Capo d’Anzio – società nata per realizzare e gestire il porto – ha avuto un “aut aut” dalla Banca d’Italia. Non si poteva tollerare oltre il piano di rientro che era successivo a un altro e un altro ancora. Benché garantito da una fidejussione sulla quale la Corte dei conti, di recente, ha avanzato più di qualche perplessità.
Risultato? Si è scelto di pagare dei circa 840.000 euro tra iniziale prestito per registrare la concessione e interessi, 500.000 euro circa subito e il resto a rate. Com’è noto la Capo d’Anzio ha il 61% del Comune e il 39% di Marinedi ovvero Renato Marconi.
Quest’ultimo, fra l’altro, è in predicato di acquisire l’intero capitale quando necessariamente si dovranno dismettere le quote pubbliche per la “spending review” e per non avere predisposto il piano previsto dalla legge. Inutile denunciarlo da anni, perché molti continuano a fossilizzarsi su un progetto che ha la concessione ma dimenticano che il fulcro dell’operazione è la società.
Ebbene oggi il 61% pubblico è pronto a pagare per intero la sua esposizione – in cambio dell’eliminazione degli interessi – mentre il 39% privato lo farà a rate. Anzi, sarà la Capo d’Anzio a farlo, con l’impegno di Marconi a versare la sua quota e gli interessi.
L’operazione, praticamente fatta, ha subito un rallentamento perché in Comune c’è chi prima di dare il via libera al pagamento vuole vederci chiaro o chiede, appunto, una delibera di indirizzo.
I 500.000 e rotti euro ci sarebbero pure, si tratta di “accantonamenti” che ora vengono messi a disposizione (ma non si poteva rispettare il piano di rientro, a questo punto?) solo che questa vicenda somiglia tanto all’italica abitudine per la quale le perdite sono pubbliche e i profitti privati. Il Comune paga subito, Marconi lo farà….
Fermo restando che l’ingegnere, finora, se ne è stato buono e tranquillo, ha detto sempre sì, ha ingoiato i dietrofront del sindaco che in assemblea diceva una cosa e in Comune un’altra, firmava con lui un documento e poi – tre anni dopo il parere chiesto allo studio Cancrini – gli faceva causa.
Sbaglieremo, ma da tempo sosteniamo che prima o poi Marconi presenterà il conto di una serie di attività svolte per la Capo d’Anzio. Come ha fatto con Italia Navigando.
Per questo – siamo stanchi di ripeterlo – è ora di fare chiarezza, di dire cosa vogliamo fare della Capo d’Anzio, di farci sapere se e come intendiamo pagare non solo questo debito ma anche quello con l’Unione Europea per il progetto “Life” dopo che dagli uffici di Bruxelles è stato risposto picche a un piano di rientro ritenuto inidoneo.
Serve massima chiarezza, almeno finché saremo – tutti noi cittadini – proprietari del 61%.