Mense, la provocazione: sicuri che a ottobre i bambini mangeranno?

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Domani il Tribunale amministrativo regionale entrerà nel merito della vicenda mense, dopo l’annullamento delle procedure che avevano portato all’aggiudicazione alla cooperativa Solidarietà e lavoro per la vicenda della commissione “illegittima“. Un parere dell’Autorità nazionale anti corruzione aveva indotto il Comune – con molta calma – ad annullare gli atti e successivamente a indire una procedura negoziata per affrontare il prossimo anno scolastico.

Lo diciamo nel titolo, è una provocazione: alla luce di quanto sta accadendo a ottobre mangeranno i bambini? Il perché è presto detto: la nuova procedura va avanti, ma in attesa dell’udienza di domani il Tar ha detto di non procedere all’aggiudicazione. Se avesse ragione Solidarietà e lavoro è facile pensare che il Comune impugni la sentenza del Tar, se vincesse l’Ente sarebbe la cooperativa a fare ricorso  e nel frattempo la procedura “alternativa” sarebbe comunque ingessata.

Qualora arrivassimo a una sentenza d’agosto definitiva, immaginiamo per un attimo cosa possono fare le aziende invitate (Solidarietà e lavoro compresa) alla procedura negoziata? Minimo un ricorso.

A leggere quanto sostiene la cooperativa esclusa, finora mai pagata, perché il contratto non c’è e perché quel poco di contributo dei cittadini è stato affidato a un sistema che ci ha fatto tornare indietro di venti anni, si parla di “malcelato tentativo del Comune di addivenire, mediante un articolato e contraddittorio percorso, all’annullamento delle procedure di gara“. Si ricorda che questo è avvenuto a nove mesi dall’aggiudicazione, che l’Anac ha censurato la composizione della commissione ma non la procedura di gara, soprattutto si fa notare che il prezzo di aggiudicazione della Solidarietà e lavoro è di 4,522 euro a pasto, mentre la base d’asta è di 5,10 ma senza le migliorie che erano sul precedente capitolato. Bene che vada pagheremo la stessa cifra, senza interventi di miglioramento.

Inoltre la cooperativa chiede sin d’ora un risarcimento dei danni per avere, tra l’altro “attivato specifiche linee di credito e immobilizzato ingenti capitali“.

E’ chiaro che questa è la posizione di una parte, sicuramente non difendibile per come hanno mangiato (!?) i nostri figli durante l’ultimo anno scolastico. Ma l’impressione che si ricava è che rincorrendo pareri e aspettando decisioni, il Comune si sia infilato in una situazione diciamo singolare.

Non sarebbe la prima, né l’ultima. Però la domanda resta: l’1 ottobre il servizio mensa inizia? I bambini mangeranno?

Un pensiero su “Mense, la provocazione: sicuri che a ottobre i bambini mangeranno?

  1. Può sembrare una domanda semplicistica:sarebbe contro la legge tornare al sano panino preparato a casa? Ciò si tradurrebbe in un notevole risparmio sia da parte dei genitori che da parte dell’amministrazione nonché nella fine di possibili infiltrazioni di ditte mafiose.Forse ci rimetterebbe qualche politico ma chi se ne frega!

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