
Foto da “Il Caffè”
Nel film “Philadelphia” – che racconta di una grande battaglia legale per le discriminazioni subite da un malato di Aids – c’è una battuta simpatica: “Cosa sono cento avvocati in fondo all’oceano? Un buon inizio”
Non se la prendano, i commercianti di Anzio che hanno riempito la sala consiliare di Villa Sarsina, per il paragone. La loro presenza in quell’aula è certamente un ottimo inizio. L’appello lanciato da Walter Regolanti e Giorgio Buccolini, insieme ad altri, ha trovato la risposta che ci si attendeva.
Ora l’augurio, sincero, è che questa associazione non faccia la fine delle altre e che, al tempo stesso, sia l’unica a rappresentare i commercianti, senza divisioni di sorta e senza interessi – come è stato in passato – dei partiti.
Ne abbiamo bisogno, sia dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali della categoria (controlli sul rispetto delle regole, agevolazioni per chi differenzia i rifiuti realmente, interventi sulla fiscalità locale ove possibile) sia, soprattutto, dal punto di vista delle proposte operative (si è parlato della destagionalizzazione, speriamo sia la volta buona).
Invertendo la rotta rispetto anche al recente passato, fatto del fallimento – per esempio – del centro commerciale naturale. Un’idea che altrove, dopo i finanziamenti pubblici, è andata avanti e che qui è stata gettata al vento. Ci sono rimaste le paline arrugginite, cedute dal Comune a quell’associazione mestamente finita. Doveva esserci molto altro, non a carico dell’ente locale però.
Nel loro intervento il sindaco Luciano Bruschini – padrone di casa, fatto giustamente parlare – e l’assessore Giorgio Bianchi, hanno provato a mettere “pezze” a una situazione compromessa. Come se amministrassero altrove. Fa sorridere, per esempio, il primo cittadino, quando dice che le strutture commerciali sono troppe.
Dimentica che quando già governava, prima si autorizzavano le cubature, poi si decideva di metterci i supermercati. A Zodiaco, per esempio. Dimentica (ma il fratello che sostiene la Cafà era poco distante) che quando si doveva approvare il piano del commercio proprio Luigi Bruschini disse rispetto ad Anzio 2 in consiglio comunale, a Carlo Marigliani allora presidente Ascom: “non c’è nessuna Standa e nessun Berlusconi” e quelli avevano, invece, già comprato e deciso di aprire.
Rimase nei cassetti – per volontà dell’amministrazione ma anche di più di qualche commerciante – la “Società popolare anziate” che Giorgio Moscatelli provò a costituire in fretta e furia per avere quelle licenze. Così come naufragò, non certo per colpa del Comune, il Gruppo acquisti del Tirreno che anticipò (e di molto) i tempi…
Passato, vero, da citare per non ripetere gli errori. Anzi, per imparare da quelli. Meglio guardare avanti, comunque,, e far sì che un’associazione rinasca con lo spirito che si respirava ieri: “Quello che è successo a livello turistico è colpa nostra” – ha ammesso – con grande maturità Walter Regolanti.
Buon lavoro a lui – se avessi diritto di voto lo indicherei come presidente di questa nuova associazione – a Giorgio e a tutti gli altri. E’ negli stati di crisi che si reagisce meglio, appartiene allo spirito italiano, quindi il momento è propizio.
Di commercianti maturi, capaci, in grado di stimolare l’amministrazione che verrà e non semplicemente di “chiedere”, di fare proposte e metterci del proprio se necessario, di muoversi nel rispetto reciproco dei ruoli, Anzio ha tremendamente bisogno. Al resto ha già dato.