Interesserà a pochi, ma a votare domenica 17 aprile ci vado…
perché è un mio diritto e intendo esercitarlo, come ho sempre fatto;
perché c’è chi si è battuto, è stato torturato, è morto perché avessimo questo diritto;
perché mia nonna non poteva votare e ricordava con gioia l’avvento “della democrazia”, per lei ben presto diventata anche “cristiana” ma questo conta poco;
perché il referendum è uno strumento previsto dalla Costituzione e – se non erro – dopo quelli voluti da centinaia di migliaia di cittadini, per la prima volta a chiederlo sono stati i Consigli regionali;
perché il mancato raggiungimento del quorum al referendum sulla caccia, insieme all’allora caporedattore di Latina Oggi – il compianto Mauro Benedetti – che mi mandò a intervistare le associazioni di cacciatori (proprio a me….), ancora brucia;
perché quando Craxi ci invitò ad andare al mare, da presidente di seggio al centro di Anzio ho fatto votare tutti coloro che non avevano documento, tanto li conoscevo e sento di aver contribuito al raggiungimento del quorum;
perché senza i referendum proposti negli anni dai Radicali, l’Italia sarebbe, oggi, un Paese arretrato;
perché quando i cittadini scelgono, qualsiasi cosa scelgono, hanno sempre ragione e mi fa arrabbiare chi dice “non hanno capito” quando perde, senza chiedersi se ha fatto di tutto per farsi comprendere;
perché rappresentanti delle Istituzioni dovrebbero ricordarsi che sono tali e non invitare all’astensione oggi e, magari, al voto domani (leggi referendum costituzionale);
perché è ora che Napolitano si goda la pensione;
perché se avesse fatto le stesse affermazioni Berlusconi da capo del governo sarebbe venuto giù il mondo.
Sì o No? Confesso, ci ho capito poco. Ma ho ancora tempo per approfondire. E votare secondo coscienza.