Resettare il Comune, prima di rifare le gare

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Pompeo Savarino (a sinistra) e Luciano Bruschini

Proviamo a ricapitolare. Dopo quella sulle mense, sembrano esserci problemi anche nella formazione della commissione che ha aggiudicato l’appalto dei rifiuti. Si chiede a gran voce di provvedere sulla prima gara, adesso anche sulla seconda. A mettere insieme queste due vicende e tutto il resto che sta accadendo a Palazzo, è forse il caso di rifare il Comune prima delle gare. Di resettare il 3.0 che non è mai stato, avere il coraggio di farsi da parte, ripartire con un minimo di umiltà. Da parte della politica, del segretario, dei dirigenti.

Vediamo: l’Autorità nazionale anti corruzione scrive che la gara per le mense è stata aggiudicata da una commissione formata in modo illegittimo. Grande corsa a interpretare, a capire, a dire che all’Anac sono amici del segretario e quindi hanno dato retta a lui, ma dopo due settimane non si sa come procedere. Nel frattempo l’anno scolastico volge al termine, se si dovesse rifare la gara i tempi sarebbero strettissimi, non è stato firmato il contratto con la ditta vincitrice che intanto non ha preso un euro, nessuno ha mandato i bollettini alle famiglie. Sembra – così ha messo nero su bianco la funzionaria che era stata nominata lì per provare a mettere una “pezza” – che i dati non fossero accessibili. Di questo nessuno si preoccupa. Così come nessuno sembra interessato – rispetto alle mense – al consigliere Marco Maranesi che dice di temere per la sua incolumità e alla dirigente sospesa Angela Santaniello che denuncia di aver subito pressioni durante la gara.

E veniamo ai rifiuti, una gara bandita mentre il servizio – molto oneroso – era già in proroga, la scoperta di un’interdittiva antimafia per una delle ditte comunque ammessa a partecipare, i tempi di assegnazione piuttosto lunghi, la vittoria della Gesam Ecocar ma poi la revoca perché la vicenda interdittiva non è ancora risolta (e conferenza stampa per spiegare che era stato fatto tutto secondo legge, vedi un po’…), quindi l’assegnazione alla Camassa arrivata seconda e l’immediata esecutività del contratto. Con annunci di ricorsi a non finire e tensioni che vedremo fra breve. Anche in questo caso, adesso, sorge il problema della commissione. Quando il consigliere Marco Del Villano, mesi fa, quasi in “risposta” ai chiarimenti che venivano chiesti per le mense, ha posto il quesito sul componente esterno della commissione il segretario gli ha risposto che era tutto a posto. Adesso che il Pd, meglio tardi che mai, soprattutto di fronte a quanto emerge, pone nuovamente la vicenda si scopre che Fabrizio Piemontese non è dipendente della Provincia e quindi lì non poteva stare. No, fermiamoci. Come fa a essere tutto ok mesi fa e sbagliato ora? Se si avesse la bontà di rileggere la determina che nomina la commissione si scoprirebbe che è stato chiesto, come prevede la legge, un nominativo alla Provincia e che questa l’ha fornito. Forse era il caso di andare su internet e scoprire dal profilo Linkedin che l’ingegnere lavora a Capitale Lavoro (società al 100% della Provincia), ma si sarebbe scoperto pure che fa parte di commissioni ovunque. Tutte illegittime? Intanto, mentre novelli amministrativisti interpretano l’accaduto, nessuno si preoccupa del fatto che l’assessore Patrizio Placidi – evidentemente scontento della piega presa dalle cose – ha scritto per chiedere chiarimenti al dirigente che nella gestione deve essere autonomo. Nessuno sembra aver sentito delle accese discussioni, delle pressioni in Comune  verso l’ingegnere Walter Dell’Accio che dirige quel settore. Nessuno si preoccupa di farci sapere quanto pagheremo, del piano finanziario, ma intanto arrivano le richieste di acconto due mesi prima del solito perché il Comune ha le casse vuote. Se ne rendono conto maggioranza e opposizione? E possibile, ripetiamo, che la Corte dei Conti ce l’abbia con noi, l’Anac abbia sbagliato, la Ragioneria dello Stato abbia sollevato dubbi di poco conto?

In tutto questo un po’ di umiltà sembra averla avuta il vice sindaco Giorgio Zucchini che dopo aver lavorato a lungo a un disegno organizzativo impossibile da attuare, con situazioni paradossali e che ha visto nominare un dirigente senza titoli all’area amministrativa pubblica istruzione e servizi sociali, ora vuole tornare sui propri passi.  Bene, ma pare che il sindaco non voglia sentirne. Anche perché con i segretari che vanno scomparendo, secondo la riforma proposta dal governo Renzi, l’ex “alleato” Pompeo Savarino oggi è visto come nemico e Bruschini a lasciarlo super dirigente quando andranno via Tulli e Pusceddu non ci pensa proprio. Nessuno dice che se siamo arrivati qui è per la mancata programmazione in un settore delicatissimo come quello dell’organizzazione. Nessuno dice che si è sfasciata quella messa in piedi da Candido De Angelis perché ogni assessore doveva avere settori da provare a “controllare” , perché la politichetta di amministratori più di condominio che di una città è andata oltre il suo ruolo spesso con la compiacenza di chi in Comune glielo ha permesso.

Ecco, resettare, essere umili, pensare per una volta ai cittadini – che hanno servizi scadenti – e magari decidere di farsi da parte. Perché in un Comune minimamente serio si sa quali sono le procedure di gara e tutti seguono le stesse, ci sono verifiche prima di andare avanti, si firmano i contratti, si emettono le bollette delle mense a prescindere da chi siede negli uffici, i dirigenti hanno il loro ruolo e i politici non intervengono. Nessuno se ne andrà, sicuro, questo stillicidio finché la maggioranza avrà un “collante” che la tiene in piedi, andrà avanti. Poveri noi.

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