Sedersi intorno a un tavolo e confrontarsi. Senza posizioni preconcette, senza pensare che chiunque parli di mense – soprattutto quando a farlo sono genitori – voglia “strumentalizzare“. E’ dal confronto, al quale bene ha fatto l’assessore Laura Nolfi a non sottrarsi, che nascono soluzioni. Così domani non ci sarà alcuna protesta, perché nelle more di una vicenda, quella dell’intero appalto, che resta da chiarire ed è all’attenzione di altri organi, intanto si cambia il menù.
Cosa abbia attratto nella commissione giudicatrice il menù aggiuntivo offerto dalla ditta, pieno di trote, è da capire, ma intanto si torna a quello a base di gara ed è un passo avanti. Poi sui gusti dei bambini nemmeno si dovrà discutere, ma su quantità e qualità delle derrate, sulle ricette da eseguire e tutto il resto che emerge dal rapporto della nutrizionista del Comune è indispensabile farlo. Come controllare, costantemente, senza immaginare che c’è chi lo fa perché è “strumentalizzato“.
Anzi, per sgomberare il campo dai tanti dietrologi di professione, si chiedano i verbali che la dottoressa Raimonda Dessì faceva o meno alla Serenissima. Così tutti staremo più tranquilli e sapremo che con i nostri figli l’ex società appaltatrice ha sempre rispettato le regole oppure che in alcune occasioni non l’ha fatto. Sapremo se è stata sanzionata o meno. E’ importante conoscere per capire se veramente, come dicono quelli che oggi se la prendono con la Dessì che ha fatto solo il suo lavoro, la nutrizionista in passato è stata più magnanima.
In ogni modo una giornata iniziata male, con il tentativo segnalato dai genitori di negare le chiavi del locale dove si sarebbe svolta la riunione e la situazione poi risolta, si è conclusa nel migliore dei modi.
Certo sarebbe stata una beffa tenere chiuso a semplici cittadini uno spazio pubblico concesso in fretta e furia a un partito appena nato per fare la sua campagna elettorale o a un altro che doveva svolgere le primarie. Sarebbe stato un affronto dire no a semplici cittadini dopo aver dato a chi inneggiava a moti fascisti la sala del Consiglio comunale. Indecente applicare regole (ma quali?) in un Comune dove si danno sedi a chiunque e senza criterio. Alla fine tutto si è risolto ed è meglio così.
Sindaco, assessori e dirigenti del Comune devono rendersi conto, però, che se Bruschini ci prometteva il 3.0 che non c’è, ormai i normali cittadini usano per comunicare ogni mezzo possibile e che per loro il 2.0 è più che sufficiente. Lo stop alla manifestazione di domani è arrivata con messaggi telefonici e social network, poi la notizia è rimbalzata sui siti di informazione. La politica nostrana e gli zelanti funzionari sembrano far fatica a comprendere e ad adeguarsi…