La “lezione” di Antonietta, il premio per gli studi sul territorio

Perdonate l’assenza, tanti impegni mi tengono lontano da Anzio e da questo spazio. Per il compleanno di Maria Antonietta Lozzi Bonaventura, però, sono tornato e ho partecipato con piacere all’evento che ha visto al Lido Garda tanta gente che l’ha conosciuta, ne ha apprezzato le qualità, le ha voluto bene, ha appreso da lei. Quella che ci ha consegnato è stata una “lezione” che continua. Lo ha ricordato la figlia, l’amica Silvia, quando ha parlato di commemorAZIONE. Avrebbe compiuto 90 anni, Antonietta, il 24 maggio. Da qualche mese un comitato che mette insieme generazioni e sensibilità diverse – del quale mi onoro di far parte – ha messo in moto l’organizzazione di un premio per tesi di laurea che porterà il nome della professoressa. Direi, meglio, della cittadina impegnata come pochi su questo territorio e a tutto tondo.

Chi scriverà una tesi di laurea relativa ai luoghi cari ad Antonietta – la Subiaco delle origini, Anzio e Nettuno dove ha vissuto, lavorato ed è stata impegnata in prima fila in numerose iniziative e battaglie – concorrerà a un premio che la casa editrice della famiglia Lozzi metterà a disposizione e che consisterà anche nella pubblicazione del lavoro. Si aggiungeranno, ne sono certo, altri a sostenere la realizzazione del premio.

L’altra sera è stato bello vedere quanti, per un appuntamento che era culturale, di festa anche se Antonietta non è più tra noi, di impegno, hanno voluto ritrovarsi per stare ancora insieme a lei. Toccanti i video dell’archivio della memoria, commossa la biografia letta da uno dei nipoti, belle le pubblicazioni sul tavolo che erano lì a ricordare e ricordarci quanto è stato fatto da queste parti in termini di approfondimento e studi per il bene della collettività. Studi che attraverso le tesi non si fermeranno, per fortuna. Perché come ebbi a dire dopo l’operazione “Tritone” che ha portato questa città alla pagina più buia della sua storia, con lo scioglimento per condizionamento della criminalità, Antonietta ci ha insegnato tanto e continua a farlo. Restano scolpite nella mia mente, ma in quella di chi l’ha conosciuta e frequentata, l’importanza della conoscenza, dello studio e dell’impegno. Del dialogo contro la prevaricazione, della conoscenza contro l’ignoranza, dell’ambiente contro villettopoli, della cultura contro l’arroganza e del lavoro contro i soldi facili.

Un solo peccato, ai patrocini (gratuiti) chiesti alle amministrazioni pubbliche e arrivati da Regione Lazio, Comuni di Nettuno e Subiaco, manca quello di Anzio. Voglio sperare in una disattenzione della segreteria della Commissione (che poi, inopinatamente, è rimasta quella del sindaco) perché se si fosse scelto di non darlo la cosa sarebbe in perfetta continuità con chi guidava la città e Antonietta la soffriva, per i motivi citati poc’anzi. Però si può ancora recuperare, coraggio!