Nel giorno in cui Maria Cupelli rende nota la singolare vicenda di un richiamo disciplinare arrivatole a due giorni dalla pensione, a Lina Giannino arriva la terza querela. Sono due donne impegnate da anni in politica, avversarie del modo di fare di chi governa, per questo evidentemente “indigeste” come tutti coloro che non sono allineati al pensiero unico dominante. Quello di chi in virtù del “c’avemo i voti” grida, dileggia, fa della cosa pubblica praticamente ciò che vuole tanto gode di una strana impunità. Perché qui, un investigatore, non c’è mai stato…
Partiamo da Lina Giannino, oggetto di minacce per niente velate (ruote squarciate, scritte sui muri, proiettili e lettere minatorie in Comune) e di querele. La prima, presentata da Federico Fashion Style, secondo il pubblico ministero va archiviata ma il noto protagonista tv si è opposto. Vedremo come andrà a finire. La seconda, presentata dal sindaco e annunciata a mezzo stampa prima ancora che la diretta interessata fosse convocata dai carabinieri, è ancora in nuce. La terza arriva dal presidente dell’associazione di protezione civile “Le Aquile”. Si sente offeso perché la Giannino, in consiglio comunale e nello svolgimento del suo ruolo, ha chiesto quali fossero i rapporti tra l’associazione e il Comune. Ricevendo come risposta che l’amicizia fra l’assessore Mazzi e il presidente non era in discussione dopo l’arresto di quest’ultimo (nel frattempo rimesso in libertà) ma non chiarendo quali fossero i rapporti stessi con l’ente. Che non è casa del sindaco o di Mazzi o di chiunque sieda in maggioranza, ma di tutti noi. A che titolo, per esempio, alle “Aquile” era stato reso noto il piano di protezione civile che la città ignora? E chi ha incaricato l’associazione di svolgere certe attività? Tutto questo ha un costo per il Comune? Sono domande lecite, ma nella città del pensiero unico fioccano le grida e le querele. Il presidente, però, una cosa la dice: “Mi preme sottolineare che sia doveroso che, venga ben definito che durante il consiglio comunale la Sig.ra Giannino aveva il diritto di ricevere una risposta dall’Assessore Mazzi sempre informato sulle attività della protezione civile”. Ecco, assessore, informi anche noi. Ci dica – ad esempio – se davvero queste attività erano pronte per essere remunerate con decine di migliaia di euro e su quali basi.
Ma qui, purtroppo, chiedere porta almeno a una querela. E allora sentiamo di dire a Lina – che a volte esagera con i toni, non è diplomatica, va per conto proprio – che la denuncia è una occasione. Per fare un po’ di chiarezza. Come quella ricevuta dal sottoscritto e da altri dal Consorzio di Lavinio. Hai visto mai che finalmente capiamo? Diciamo al sindaco, invece, che la protezione civile è materia delicata. Delicatissima. E le competenze in caso di necessità sono le sue. Chiarisca i rapporti con l’associazione, ci dica che è tutto regolare – carte alla mano – e saremo tutti più tranquilli.
Cosa che in Comune non sono, se alla vigilia della pensione fanno un “richiamo disciplinare” a una dipendente che avrà idee politiche diverse da chi guida la città, con la quale siamo spesso in disaccordo, ma che sul lavoro ha sempre fatto il suo dovere, cosa unanimemente riconosciuta. Cosa le si contesta? “Comunicazioni potenzialmente lesive dell’immagine dell’amministrazione di Anzio”. Alla faccia. L’assessore Salsedo, di fronte alla figuraccia del “Santo” appeso come un fantoccio, parla attraverso un comunicato ufficiale di “portatori d’odio” e tira in ballo la tragedia di Ardea e a ledere l’immagine sarebbe chi ha espresso il proprio pensiero sulla questione? Andiamo bene. E vogliamo andare a spendere i soldi dei cittadini per perseguire una pensionanda tra commissione disciplinare, conciliazione, tribunale del lavoro? Andiamo bene….
Ma Maria dice una cosa più grave che ci riporta chi aveva una segretaria “in cassaforte” o dipendenti “allineati”. Lo leggiamo nelle carte delle inchieste e nessuno ha mai denunciato Patrizio Placidi per quelle affermazioni. Anzi, è stato uno dei grandi elettori di questa maggioranza, dove evidentemente le cose non sono cambiate. La Cupelli, infatti, afferma: “Su chi (e sono stati in molti), in merito le mie vicende si è prestato al gioco di chi gestisce il potere, preferisco stendere un velo pietoso”. Il riferimento sarà a qualche dirigente che non sa resistere ai richiami della politica che lo ha messo in quel posto? A chi dovrebbe garantire l’anticorruzione e sembra vivere in un altro mondo? Ci sono ancora “allineati” o “in cassaforte”? Forse sì, basta pensare a quanto sia diventata “indigesta” Angela Santaniello per aver detto no a certe manovre sul conferimento dei rifiuti alla biogas o per avere partecipato a una manifestazione della Buona Destra.
Infine, a proposito di querele, dopo essere stati sbeffeggiati dall’ex assessore Ranucci che nessun magistrato ha inteso chiamare per le sue pesanti affermazioni, i vigili urbani stanno notificando una serie di denunce ai cittadini che hanno espresso la loro opinione su quella colossale figura di m…. nel mondovisione dei social network. Guai a toccare il pensiero unico, ad Anzio.