Anzio e l’anti corruzione, gentile Marina…

inchesavarino

Dico la verità, comincio a rimpiangere i segretari comunali grigi burocrati. Quelli che spaccavano in quattro il capello ma erano anche capaci di trovare la piega giusta e risolvere una situazione. Le norme che hanno affidato il ruolo di responsabili della trasparenza e dell’anti corruzione, li rendono inevitabilmente dei protagonisti. Chi più e chi meno, tendono a mettersi in “mostra“.

Un anno fa, quando Pompeo Savarino lasciava Anzio – portandosi dietro un debito del quale la Corte dei Conti ora chiede il saldo – e arrivava al suo posto Marina Inches, scrivevo quello che potete leggere qui.

Non sono cambiate molte cose, anzi… Per questo sento di rivolgermi a Lei, gentile Marina, sapendo che molti la chiamano per nome tra assessori e consiglieri, di maggioranza e opposizione, mostrando una certa cordialità/confidenza.

Io non ho il piacere di conoscere la segretaria generale del Comune di Anzio – e dico la verità non è che ci tenga molto – però avverto che qualcosa non è andato. Vede, gentile Marina, lei è al tempo stesso segretaria e dirigente di un’area, il che la pone nel duplice ruolo di controllore e controllata. Come se non bastasse, ha un incarico nel consiglio d’amministrazione della “Capo d’Anzio” per le quote rosa, società che al 61% è del Comune. Occorre aspettare che si pronunci l’Anac o non è palese che queste sovrapposizioni sono quantomeno inopportune?

Credo poco alle chiacchiere, si dice che sia arrivata qui con il benestare di Forza Italia e Palozzi, ma al tempo stesso con la tessera della Funzione pubblica Cgil e una certa “vicinanza” al Pd…. Forse è per questo nessuno solleva dubbi su cose quantomeno al limite…

Diciamo che forse, senza i buoni uffici con la politica, non sarebbe mai accaduto quanto è successo per prendere il dirigente dell’area finanziaria. Non valutando per bene il titolo, mettendo in commissione – in violazione al regolamento del Comune – un condannato per reati contro la pubblica amministrazione, evitando di rispondere o allungando il brodo quando il capogruppo Pd Andrea Mingiacchi ha chiesto la revoca in autotutela di quell’atto. Vedremo cosa succederà con la Corte dei Conti che è intervenuta, ma si doveva arrivare a tanto? E’ stato un errore, si ripara. Questo ci si aspetterebbe da chi deve garantirci trasparenza. Non che per un accesso agli atti si attendono mesi, ad esempio, o che si mandino risposte evasive.

Trasparenza, quella che sul sito continua a essere una chimera (salvo qualche raro miglioramento e la Capo d’Anzio che finalmente ha un sito degno di nota) . Abbiamo ancora un ufficio relazioni col pubblico che esiste solo in un link. Mentre scrivo so di una delibera – l’ennesima – per la nuova dotazione organica. Sarà stato inserito? A proposito di delibere, c’è quella per 15 assunzioni nei rifiuti: ad appalto in corso, con un piano finanziario vigente (ma paghiamo la quota iscritta in bilancio o quella del piano? Sono diverse….) e soprattutto – controlli, appena può – con chi è pronto a lasciare un ufficio del Comune per un altro, un appalto per un altro. Ovviamente con “sponsor” politico, quello che l’anti corruzione dovrebbe evitare.

E già che ci siamo, avrà letto i giornali recenti e i rapporti tra malaffare e politica, avrà sentito del consigliere comunale che “valuta” le offerte e “ordina” di predisporre gli atti, avrà saputo dell’assessore dominus di una società sportiva che non paga il Comune, o dell’ufficio tecnico che ha sporto denuncia contro il figlio di un consigliere, si sarà resa conto della situazione di interessi – nemmeno troppo velati – che la politica ha nell’ente locale, dagli hotel che dovevano essere chiusi a chi ha cooperative da piazzare. E gli incassi delle mense del 2016 che differiscono tra un ufficio e l’altro? E i documenti non  predisposti, mentre si monta il palco a Villa Adele affidato a un’azienda sotto inchiesta?

Ma soprattutto, gentile Marina, ha sentito cosa ha detto la Bindi sulla vicenda di Anzio? Le dobbiamo dare atto di essere andata dai Carabinieri (come altri) per le “pressioni” sulla vicenda mense, ma si rende conto da sola che non basta.

Continuo a pensare che nella illegalità delle cose quotidiane, quella di fronte alla quale ci si gira dalla parte opposta, possa innestarsi ben altro. Forse è già successo.

Gentile Marina, c’è ancora molto da fare e Lei non ha la bacchetta magica – è vero – ma ci sono cose che potevano e dovevano andare diversamente.

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