L’idea è quella che il sindaco, Luciano Bruschini, ha detto in Consiglio comunale: portare in attivo il bilancio della Capo d’Anzio iscrivendo tra le entrate i soldi degli ormeggi da quando la società ha la concessione, luglio 2014. Tra il dire e il fare, però, c’è come al solito ( e mai come in questo caso l’esempio è calzante) di mezzo il mare. Tanto che la società ancora per il 61% pubblica ha chiesto una ulteriore consulenza, dopo che il Comune ha incaricato un professore per chiedere all’Anac se è possibile fare il “service” con le cooperative ormeggiatori, ora ci sarà un commercialista per dirci se è possibile o meno iscrivere in bilancio delle somme al momento aleatorie.
Già, perché l’unica cosa sulla quale ci si può basare sono i bilanci ufficiali delle cooperative, alle quali nessuno – finora – quei soldi li ha chiesti. Ebbene il nuovo professionista incaricato intanto dovrà dire se delle cifre prese da bilanci di altre società possono o meno essere iscritte in quello della Capo d’Anzio, quindi valutare che cifra inserire, e portare il bilancio in assemblea.
Il 30 aprile è dietro l’angolo, ma è ragionevole immaginare che si chiederà di avere la proroga per l’approvazione del bilancio al 30 giugno. A proposito delle cifre, il sindaco dice che sono dovute dal 2014, ma giova ricordare – e non sfuggirà al neo presidente – che quel bilancio è chiuso da tempo.
Sempre a proposito di somme da inserire, ammesso sia possibile, sarà necessario chiederle alle cooperative. Con le buone non sarà facile ottenerle, quindi andrà fatta una causa ulteriore, di conseguenza se poniamo si iscrive nel bilancio della Capo d’Anzio una cifra X, altettanto dovrà essere inserito – non c’è bisogno di essere professori – a fondo rischi.Temiamo che nessuna immaginata ingegneria finanziaria sia una soluzione a stretto giro, ma siamo pronti a essere smentiti.
Di certo finché i cittadini saranno proprietari del 61% di quote che per la legge Madia – ma per tutte le scelte fatte in precedenza, da prenderci Italia Navigando a non impugnare il passaggio di quote a Mare 2 spa, quindi Marinedi – si prenderà a breve Renato Marconi, il sindaco ha il dovere di informarci su come intende uscire da questa situazione.
ps: sono un giornalista e lo sarò ancora, cittadino di Anzio proprietario di una piccola parte di quel 61%. Voglio – da sempre – il porto pubblico e non di pochi. Ci sono anni di archivi – prima del Granchio, ora qui – a disposizione sia del sindaco che me lo ha detto a più riprese, sia del presidente della Capo d’Anzio che usa lamentarsi con altri, sia di chi attraverso i social network si esprime su di me. Sono accomunati – sembrerà strano – dal pensiero che la rovina del porto sia io, che non lo voglia e via discorrendo. Liberissimi, per carità, ma abbiano almeno la bontà di leggere e, se ritengono, di rispondere alle domande poste in questo umile spazio. Grazie