La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che nei giorni scorsi ha condannato l’Italia per i ritardi nelle cause civili e nei risarcimenti a chi è stato danneggiato da trasfusioni di sangue ha squarciato un velo. E’ quello su un argomento lasciato per anni nel dimenticatoio, con le tragedie di migliaia di malati affidate – quando va bene – alle sorti di solerti burocrati.
Storie assurde, di malasanità prima e malagiustizia, accanimento burocratico, esasperazione, poi. A questo è dedicato il libro “Sangue sporco” con il quale in questo spazio – ormai da mesi – sto tediando chi mi segue.
Salutata come una sentenza storica, a leggere bene il dispositivo suona come una beffa. Come è spiegato bene qui dall’avvocato Stefano Bertone il riconoscimento del risarcimento di 100.000 euro “inventato” come transazione, della transazione, della transazione è ritenuto misura sufficiente. E’ stato inserito con un articolo, il 27 bis, in un decreto estivo del 2014 che riguarda – non dimentichiamoci che siamo in Italia – “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari“. Cosa c’entri con il sangue è tutto da capire, ma nel comunicato del Ministero della salute dopo la sentenza di Strasburgo si legge che i 100.000 euro sono in grado di “assicurare un adeguato ristoro ai soggetti danneggiati“.
Dei quali, evidentemente, non si conosce l’odissea, sanitaria prima e burocratica poi. Per questo la Corte europea non basta e, purtroppo, non rappresenta una vittoria come sembrerebbe. Anzi c’è il rischio – ma lo dico da profano – che di fronte al prossimo Tribunale il Ministero opponga proprio la decisione presa a Strasburgo.
Per questo, grazie alle persone infettate che organizzano gli incontri, alle associazioni, a chi è semplicemente curioso di sapere, continuo a girare l’Italia per raccontare questo scandalo.
Domani alle 18 sarò alla Feltrinelli di Bari, il 10 febbraio alle 17,30 alla libreria Ibs-Libraccio di Ferrara, alle 21 al Cassero di Bologna, il 21 febbraio alle 16,30 alla Fiera del libro di Modena.
“Parlatene, fatelo sapere” – il libro inizia con l’appello che ciascun malato mi fa ogni volta. Il tour continua per questo.