Il bando è scaduto e adesso aspettiamo di conoscere i “numeri”, ma nella prosecuzione dell’attività per tentativi ed errori, la Capo d’Anzio rischia di beffare gli ormeggiatori storici del porto.
Già, il bando per chi sarà chiamato a lavorare per la società una volta che ci saranno da gestire i posti barca non tiene conto di una realtà esistente e con la quale il Comune di Anzio, socio di maggioranza della Capo d’Anzio, ha siglato un accordo il 7 giugno di tre anni fa.
Si diceva che gli ormeggiatori, i “padroni” di quel pezzo di porto, fossero i più difficili da convincere e invece firmarono. Lo fecero perché si pensava, veramente, che quel nuovo bacino avrebbe dato lustro alla città, rilanciato l’immagine di Anzio, avrebbe consentito a tutti di lavorare. Poi è successo ciò che sappiamo, dalla gara deserta all’ingresso del socio privato, dalle lettere della Marina di Capo d’Anzio alla richiesta di inversione del cronoprogramma, dal socio che registra un proprio sito, all’incontro con i potenziali acquirenti di posti con la conferma di appena 25 interessati, fino alla richiesta di parere legale sulla possibile cessione delle quote.
Si potrebbe andare avanti a lungo rispetto alle vicende della società che pur mantenendo la maggioranza pubblica non fa sapere quello che fa ai cittadini, ma concentriamoci sul bando e sulla richiesta di operai qualificati addetti ai servizi portuali. Perché la Capo d’Anzio li cerca? Semplice, perché del progetto prova a prendere ciò che rende: la gestione dei posti barca. Il sindaco non risponde ad alcuna domanda, dice che lo farà a tempo debito, ma si parla ormai da mesi di “pontili mobili” che consentirebbero di affittare i posti e fare cassa, quindi da lì andare avanti “a step”. Viene meno, così, o comunque rischia di venire meno, l’intesa raggiunta a suo tempo con le cooperative di ormeggiatori. Un accordo già traballante di suo. Leggiamolo: “Questa amministrazione, di concerto con la Capo d’Anzio, si dichiara disposta a far sì che la Capo d’Anzio esamini la possibilità di utilizzare i servizi della cooperativa (ormeggio e quanto altro) nell’ambito della gestione futura del porto turistico con la conservazione dei posti di lavoro per tutti coloro che attualmente prestano la loro opera per la cooperativa nelle aree oggetto delle licenze scadute”. Inoltre il sindaco “si impegna a rilasciare un provvedimento autorizzatorio per le due cooperative a svolgere l’attività di attracco e ormeggio nelle aree/specchio acqua così come svolto fino a oggi e sino alla realizzazione del nuovo porto turistico”.
Porto del quale – secondo le intenzioni manifestate in questi mesi dal sindaco – si dovrebbero finalmente iniziare i lavori anche se nessuno sa ufficialmente come.
E se si parte dal porticciolo attuale? Se vengono “sfrattati” gli ormeggiatori ai quali si era data – di fatto – una disponibilità di massima?
E’ un altro dei chiarimenti che andrebbero forniti. Un altro dei misteri del percorso – tutt’altro che trasparente – che sta compiendo la Capo d’Anzio. Un percorso verso la realizzazione di un porto totalmente diverso da quello che si era immaginato e che – non dimentichiamolo – ha precisi vincoli previsti dal progetto definitivo e dall’accordo di programma con la Regione Lazio.
Soltanto un’amministrazione senza contatto con le realtà limitrofe può pensare di andare a costruire un porto turistico ex-novo quando a pochissimi chilometri in linea d’aria sorge il modernissimo porto turistico di Ostia, attualmente il più grande d’Europa e che, nei progetti di ampliamento, si avvierebbe a diventare il più grande del mondo. Se a questo aggiungiamo anche i collegamenti con Roma e l’immediata vicinanza con l’aeroporto…
"Mi piace""Mi piace"
Mi sembra una osservazione alquanto superficiale, è come dire: lasciamo nell’abbandono la stazione ferroviaria di Anzio tanto c’è quella di Roma Termini che è la più grande d’italia!
Anzio, in quanto importante città del litorale laziale – sia dal punto di vista storico che geografico, turistico e demografico – ha necessità di avere un porto degno di questo nome e non quello schifo di abbandono che c’e ora.
D’altra parte a pochi chilometri in linea d’aria dal grandioso porto di Ostia c’è pure il porto Riva di Traiano, e non mi pare che sia deserto…
"Mi piace""Mi piace"
La sua mi sembra un’osservazione superficiale. Anzio potrà anche avere in futuro un bellissimo porto turistico, ma prima bisognerebbe creare tutto il tessuto circostante dedicato all’accoglienza e allo svago a meno di pensare che bastino soltanto le decine di ristoranti. Si vada a leggere cosa offre il territorio limitrofo al Porto di Traiano e poi ne riparliamo. Ma che stupido, dimenticavo che farsi due-trecento miglia per venire a sentire lo stesso attore recitare ha indubbiamente il suo fascino…
"Mi piace""Mi piace"
…mi riferivo chiaramente al porto Riva di Traiano.
"Mi piace""Mi piace"
Non ho mai pensato di lasciarlo in abbandono. Sono decenni che mi batto per un porto degno di questo nome. E’ quello che sta accadendo con e intorno alla Capo d’Anzio che non mi piace per niente. Grazie della segnalazione.
"Mi piace""Mi piace"
Questo è benaltrismo bello e buono, e con il “ci sono ben altre cose da fare” non si va da nessuna parte.
Soprattutto quando si tratta di Grandi Opere la cui realizzazione richiede decenni, non ci si può permettere di attendere che “altre” cose vengano fatte… nulla vieta infatti che più infrastrutture vengano realizzate in parallelo (es. la superstrada Roma-Latina).
Cosa offre il territorio limitrofo a Riva di Traiano? Nulla paragonato ad Anzio ed il sud pontino. E penso di dirlo a ragion veduta dato che i miei primi 35 anni di vita li ho vissuti a Civitavecchia… e prova ne è il fatto che delle centinaia di migliaia di turisti crocieristi a Civitavecchia non rimane assolutamente nulla, tanto che alberghi degni di nota sono pressochè inesistenti. Almeno in tal senso mi pare che ad Anzio qualcosa si stia muovendo tra B&B, nuovi Hotel (Serpa), ampliamento di quelli esistenti (L’Approdo), ecc.
E poi sì, potrebbero bastare anche le decine di ristoranti a fare una buona attrattiva turistica: tra storia, natura, e buon cibo non mancherebbe nulla ad esempio per stimolare il turismo enogastronico. Anzi, sì, manca un porto.
Senza considerare che anche Nettuno – la cui offerta turistica è meno di zero – ha il suo bel Marina, perchè Anzio no?
Pensa realmente che serva lo “svago” per fare la fortuna del nuovo porto? Io penso proprio di no, vista la fame di posti barca che c’è nel sud del Lazio.
Finisico con una nota di colore, tra il serio ed il faceto: se anche Rihanna è venuta fino a Ponza, si vede che non abbiamo poi molto da invidiare ad altre mete turistiche… Ah dimenticavo, ma se si fosse voluta fermare a visitare Anzio, dovre avrebbe potuto ormeggiare il suo yacht da 50mt?
"Mi piace""Mi piace"
Azz …iniziamo con i neologismi delle scienze politiche, neologismo comunque non inserito nei vocabolari.
Chissà perché appena passato il confine dell’Italia se vuoi costruire xyz, PRIMA devi garantire la realizzazione di tutte le infrastrutture e solo DOPO puoi costruire xyz. Qui invece funziona esattamente il contrario con il risultato di avere spesso cattedrali nel deserto …quando va bene che sono terminate.
Per attirare un pubblico di livello visto che cita Rihanna (ma a Ponza c’erano anche Cameron Diaz e diversi altri noti) serve ben altro che qualche ristorante decente, paragonare poi Anzio a Ponza mi sembra azzardato visto l’inquinamento di cui “gode” la costa, chi viene in Mediterraneo magari fa una puntata al Circeo ma le mete sono ben altre, a cominciare da Capri.
Fame di posti barca nel sud laziale? Non si direbbe a leggere quanti hanno prenotato ad Anzio.
È indubbio che abbiamo due visioni di Anzio molto differenti, lei vede una città che io non percepisco minimamente.
Oltre l’inquinamento, visto l’altro primato che caratterizza la zona, penso che inizierò ad usufruire dei servizi di qualche spacciatore, hai visto mai che inizi a vedere Anzio con occhi differenti, “più grande e più bella che pria”? 🙂
"Mi piace""Mi piace"