Roger Waters, la grande occasione

ImmagineCresce l’attesa per il conferimento della cittadinanza onoraria a Roger Waters, il fondatore dei Pink Floyd che perse il padre dopo lo sbarco di Anzio, nelle campagne di Aprilia. L’idea di dare a un mito della musica questo riconoscimento è straordinaria. Il fatto che abbia accettato è ancora più importante. Waters si è prodigato – in questi decenni – nelle ricerche del padre che non ha mai avuto degna sepoltura,  ha dedicato alla figura di Henry Fletcher del quale conserva solo un’immagine in bianco e nero versi indimenticabili e ha diffuso in tutto il mondo un messaggio di pace. Averlo concittadino, sia pure onorario, dovrà essere un vanto per tutti noi.

Al di là dell’attesa cerimonia, però, occorre una riflessione per fare in modo che questo evento diventi una grande occasione per ragionare finalmente sull’importanza dello sbarco e per costruire un percorso di pace reale. Il messaggio lanciato quest’anno è quello atteso da tempo, certo celebrare la pace con scene di guerra (fra l’altro con il falso storico della presenza dei tedeschi in spiaggia) non è il massimo ma diamo spazio anche a qualcosa che sembra attirare turisti. La domanda è: passato il 22 gennaio, data adesso la cittadinanza a Waters, vogliamo continuare a puntare su veterani ai quali va tutto il nostro riconoscimento e loro affini o si fa, finalmente, il salto di qualità?

Percorsi storici da realizzare e “vivere” tutto l’anno, quindi “vendere” dal punto di vista turistico non solo il 22 gennaio; Anzio laboratorio di pace; una sede finalmente degna per il museo; ricostruzioni vere, e non carnevalesche, in occasioni speciali o comunque spazi per scene virtuali “sul campo” ovvero laddove si sono verificate le barbarie della guerra; un lavoro di ricerca sullo sfollamento della popolazione; il coinvolgimento di Amnesty international, Medici senza frontiere, Unicef, Emergency e chiunque lavori sui teatri di guerra per dimostrare che nel mondo c’è ancora tanto bisogno di pace e che questo messaggio parte da una città che ha conosciuto morte, rovine, il già citato sfollamento, quindi ha saputo ricostruire e accogliere… Ecco, il luogo che si onora di avere Roger Waters tra i suoi illustri  concittadini deve fare il salto di qualità. Cogliere questa grande occasione a partire dal 71° anniversario e per gli anni a venire.

A proposito di occasione e della cerimonia, evitiamo una sagra paesana. L’interesse è altissimo, quelli che vorrebbero vedere da vicino o “toccare” il mito sono molti e richieste – da quello che si apprende – arrivano da tutto il mondo. Chiaramente non sarà possibile soddisfarle tutte, anzi ricordiamo che Waters viene nel giorno in cui suo padre perse la vita.

Detto ciò è partita la corsa, questo risulta, alla ricerca dell’amico o dell’amico dell’amico che possa far assistere alla cerimonia a Villa Sarsina. Evitiamo. Diamo il segnale di una città e non di un paesello. Anzi, cominciamo a darlo dal consiglio comunale convocato per giovedì quando sarà votata la cittadinanza onoraria che poi verrà conferita il 18. Discutere quel giorno interrogazioni e interpellanze è fuori luogo, si decida da ora una seduta apposita ma si eviti di “sporcare” quella  con discussioni certamente importanti ma  rinviabili. Di più: si decida tutti insieme un piccolo gesto, simbolico: il gettone di presenza di giovedì e quello della seduta del 18 devoluto a un’associazione impegnata nei teatri di guerra. E’ poca cosa ma sarebbe un bel gesto. C’è solo l’imbarazzo della scelta. 

 

3 pensieri su “Roger Waters, la grande occasione

  1. belle parole……. vedremo i fatti…….questa italiota che ci attanaglia…… già la diatriba di dove sia avvenuto lo sbarco ha fatto ridere anche il new york times……

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  2. speravo che oggi uscisse fuori un pò di quell’emozione che waters cercava….. ho visto solo facce annoiate delle “autorità” locali che volevano esserci per forza…… che tristezza…….

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